Le previsioni economiche della Commissione europea sono molto più ottimiste rispetto all’autunno. Secondo le più recenti previsioni economiche pubblicate dalla Commissione europea lunedì sembra che l’economia europea stia affrontando meglio del previsto le eccezionali conseguenze della guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione e il rialzo dei tassi d’interesse da parte della BCE, che ha proprio lo scopo di far rallentare l’economia per combattere l’aumento dei prezzi.
Il Prodotto Interno Lordo dell’Unione europea dovrebbe crescere dello 0,8 per cento quest’anno e dell’1,3 per cento l’anno prossimo (e in media dello 0,9 per cento e dell’1,5 per cento nell’area dei paesi che adottano l’euro, la cosiddetta “Eurozona”). Durante la presentazione dei dati il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni ha spiegato che «l’economia europea ha fatto meglio delle previsioni, nonostante lo shock provocato dalla guerra in Ucraina. Abbiamo iniziato il 2023 in modo migliore rispetto alle attese».
Le stime sono state riviste al rialzo rispetto alle previsioni dello scorso autunno, che ipotizzavano per quest’anno una crescita solo dello 0,3 per cento in entrambe le aree. Secondo la Commissione, le ragioni del miglioramento sono legate al calo generalizzato del prezzo dell’energia, a un recupero della fiducia di consumatori e imprese e a un buon andamento del mercato del lavoro.
Nelle previsioni pubblicate in autunno aveva generato particolare preoccupazione il dato sul PIL tedesco, che era stimato in recessione dello 0,6 per cento nel 2023: nelle nuove previsioni viene invece previsto in crescita dello 0,2 per cento, sostanzialmente stagnante ma comunque in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto a quanto si era ipotizzato solo qualche mese fa. Anche l’Italia dovrebbe fare meglio delle attese e il PIL dovrebbe crescere dello 0,8 per cento quest’anno, contro lo 0,3 per cento delle scorse previsioni.Sono in miglioramento anche le prospettive di inflazione, ossia dell’aumento generalizzato dei prezzi, che per il 2023 è prevista al 5,6 per cento, in calo rispetto all’8,4 del 2022 e rispetto anche alle previsioni dell’autunno, che la vedevano al 6,1 per cento.
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