In testa c’è la Romania, che ha una connessione 7 volte più potente di quella italiana, seguita da Olanda (6 volte l’Italia), Svezia, Lituania e Lettonia (5 volte).
Detto questo, per la prima volta l’Italia si è dotato di un piano per lo sviluppo della banda larga. E Infratel, società del ministero dello Sviluppo economico,
ha dato il via ai primi bandi anche per le aree cosiddette a fallimento di mercato. Un piano che avrà ricadute non solo sulla possibilità dei cittadini italiani di mettersi al pari con il resto d’Europa ma anche in campo economico.
Lo dimostra l’operazione appena annunciata dal gruppo Sirti. La storica società milanese, specializzata nella realizzazione di reti di telecomunicazione, ha rilevato il controllo di Foi&Vitali Eletrodotti. Più che per il valore economico (si tratta di una azienda con un fatturato attorno ai 27 milioni), Sirti vede accrescere il proprio personale di altri 200 tecnici specializzati. Ma c’è un aspetto ancora più significativo: Sirti ha rilevato una società che non si occupa di Tlc, ma che è attiva nella gestione e nella manutenzione di linee elettriche alta-media-bassa tensione e che può vantare tra i suoi clienti leader di settore come Terna ed Enel Distribuzione.
La spiegazione di una mossa che, a prima vista, potrebbe non avere logica industriale, è presto detta. Come dimostra il progetto del gruppo Enel per la realizzazione di una rete a banda larga (OpEn Fiber) che sfrutti la possibilità di portare la fibra ottica attraverso gli stessi cavidotti delle linee elettriche, le connessioni tra tlc ed energia sono ormai all’ordine del giorno. Un tempo non si poteva, perché il doppino in filo di rame interferiva con la rete elettrica. Con le nuove fibre ottiche, invece, questo problema non esiste. Di conseguenza, anche le utility hanno potuto sfruttare le nuove possibilità offerte dalla domanda di digitalizzazione.
Ecco perché Sirti, di fronte alla possibilità di un nuovo business, ha risolto un problema (un numero di tecnici specializzati non sufficienti) trovando una soluzione a portata di mano: pescare i tecnici in un settore “attiguo” e che si sta già spostando verso le telecomunicazioni. Tecnici che nei prossimi 4-5 anni si occuperanno della nuova rete a banda larga, ma un domani – calata la domanda di nuova infrastruttura – saranno destinati alla sua manutenzione.
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