Universi multipli e cosmologia: una fortuna sfacciata

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Davvero una fortuna sfacciata. La cosmologia teorica, negli ultimi due decenni, è arrivata a stimare che se i “numeri” che controllano la crescita dal Big Bang fino ad oggi fossero solo leggermente diversi, l’Universo o si espanderebbe così rapidamente che i protoni e i neutroni non riuscirebbero a rimanere legati all’interno dell’atomo, oppure non si espanderebbe abbastanza e la materia rimarrebbe ad una temperatura così alta da non riuscire a formare nessun tipo di nucleo.

Problemi simili, legati ad una serie incredibile di “coincidenze”, affliggono anche il campo delle particelle elementari e delle forze fondamentali. Storicamente i fisici non hanno mai considerato queste coincidenze come tali: per loro deve esserci qualcosa, ancora da scoprire, che gioca sul valore di queste variabili. Qualcosa di oscuro, ancora, ma che prima o poi dovrà emergere dalle ricerche.

Negli ultimi anni teorici delle stringhe e i cosmologi, tuttavia, fanno sempre più affidamento all’idea della fortuna cieca nelle loro spiegazioni, a partire dall’ipotesi che il nostro universo non sia unico. Dal 1980, infatti, alcuni cosmologi hanno dedotto che potrebbero essersi formati universi multipli durante un periodo precedente al Big Bang, fino a ben 10500 universi, un numero molto maggiore degli atomi nel nostro universo (più o meno) conosciuto.

Date le circostanze, diventa più ragionevole pensare che diversi “mondi” possano aver avuto il nostro stesso destino: sarebbe come gettare miriadi di freccette su un segnapunti: certamente qualcuna di loro colpirà il bersaglio!

Al centro del dilemma c’è il concetto conosciuto come principio antropico: l’idea che le cose appaiano in questo modo perché viviamo in un certo punto dell’universo. Non è un principio nuovo, ed è stato precedentemente considerato più un’idea filosofica che scientifica. Ma alcuni scienziati dicono che proprio questo principio offre un utile cambiamento di prospettive.

Ricordiamo che la teoria delle stringhe postula l’esistenza di sottili stringhe che vibrano nello spazio-tempo dando vita alla moltitudine di particelle e alle quattro forze fondamentali nell’universo macroscopico. Nonostante il fatto che la teoria delle stringhe non abbia un supporto sperimentale, attrae l’interesse di molti ricercatori in quanto sembra offrire i presupposti per una Teoria del Tutto in grado di unificare la teoria della relatività con la meccanica quantistica.

Non appena i teorici svilupparono la teoria delle stringhe, scoprirono che le equazioni davano luogo a soluzioni multiple, ognuna delle quali rappresentava un universo con diverse proprietà fisiche.

Dunque potremmo essere in buona compagnia, qui ed ora, di soluzioni sovrapposte, mondi che esistono simultaneamente. Un bel problema, dato che già abbiamo problemi di comunicazione con i vicini di casa!

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