HAMMER, un martello-sonda contro l’asteroide Bennu. Un team di esperti di difesa planetaria propone una flotta di veicoli spaziali da lanciare come “arieti” contro gli asteroidi che potrebbero impattare con la Terra.
Come deviare un asteroide che abbia una – seppur remota – possibilità di impattare con la Terra, con una potenza distruttiva pari a 80.000 volte quella della bomba di Hiroshima? Se lo sono chiesti gli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL), parte di un team di “difesa planetaria” che coinvolge anche la Nasa, la National Nuclear Security Administration (NNSA) e i Los Alamos National Lab.
Lo studio è stato condotto prendendo a riferimento l’asteroide 101955 Bennu, già obiettivo della missione OSIRIS-Rex (partita nel settembre del 2016), che il 25 settembre 2135 potrebbe colpire il nostro pianeta: una probabilità stimata in 1/2.700. Il metodo considerato e le contromisure sono descritti in un articolo pubblicato su Acta Astronautica.
MARTELLO SPAZIALE. La difesa dei terrestri sarebbe affidata ad HAMMER (Hypervelocity Asteroid Mitigation Mission for Emergency Response vehicle, ma anche “martello”, in inglese), un veicolo spaziale alto 9 metri e pesante 8,8 tonnellate, con un design modulare che permetta di utilizzarlo sia come “ariete”, per spingere lontano l’asteroide, sia come testa di martello, appunto, se armato di una testata nucleare.
Con 10 anni di preavviso bisognerebbe lanciare da 34 a 53 razzi Delta IV Heavy, ciascuno equipaggiato con un HAMMER, mentre con 25 anni di preavviso probabilmente basterebbero da 7 a 11 lanci.
QUANTA FORZA? Muovendoci con soli 10 anni in anticipo dovremmo imprimere a Bennu una spinta di molte centinaia di tonnellate: è stato calcolato che un singolo HAMMER sposterebbe un asteroide del diametro di 90 metri di 1,4 raggi terrestri (con un decennio di preavviso). Se occorresse uno spostamento inferiore, per esempio di un quarto di raggio terrestre, un singolo HAMMER potrebbe muovere un bestione di 152 metri di diametro (comunque più piccolo di Bennu).
UN’ALTRA VIA. L’opzione nucleare, più adatta nel caso di asteroidi delle dimensioni di Bennu, sarà descritta in un successivo articolo scientifico, ma comunque avverrebbe a distanza (e non con missioni kamikaze alla Armageddon). L’impatto di energia cinetica potrebbe essere regolato aggiustando la distanza delle detonazioni tra di loro e dalla superficie, che vaporizzerebbe creando così la propulsione necessaria a deviarlo del poco che basta.
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