Svelato il mistero della scia luminosa del 18 agosto sull’Adriatico. Era stata avvistata la sera anche in Abruzzo. Gli esperti Inaf: una meteora brillante,che si era staccata da qualche cometa o da un asteroride.
Svelato il mistero sulla lunga scia luminosa sull’Adriatico avvistata la sera del 18 agosto anche in Abruzzo: era una meteora brillante, piccolo frammento di roccia o ghiaccio che si era staccata da qualche cometa o da un asteroride. A rivelarlo sono gli esperti dell’osservatorio di Torino dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). L’occasione è stata l’avvistamento di un’altra scia brillante che giovedì sera ha attraversato i il cielo della Sardegna e che veine considerato il terzo “bolide” dall’inizio dell’estate.
Si tratta di un fenomeno astronomico noto, che si verifica una o due volte l’anno, ma i tre avvistamenti non stupiscono gli esperti: «Come per tutti gli eventi che non sono certi non esiste una distribuzione periodica normale», ha detto Daniele Gardiol, dell’osservatorio di Torino dell’Inaf e responsabile del progetto Prisma (Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera) gestito sempre dall’Inaf. «Quando la Terra attraversa zone ricche di questi frammenti, le meteore interagiscono con l’atmosfera a velocità elevatissime producendo delle scie luminose. Le più familiari sono quelle sottili delle stelle cadenti.
«L’intensità dell’evento – ha aggiunto Gradiol – dipende dalle dimensioni dell’oggetto». Le meteore all’origine delle stelle cadenti hanno origine da granelli le cui dimensioni variano da un millimetro a un centimetro. Nel caso dei bolidi, i frammenti che li producono hanno dimensioni comprese fra un centimetro e decine di centimetri. Quello del 18 agosto sul mare Adriatico è ritenuto il primo bolide dell’estate 2018 ed è stato segnalato in forma ufficiale da oltre 120 persone sulla rete del progetto Prima. Il secondo bolide è stato avvistato nella notte dell’8 settembre: dal cielo dell’Austria è passato sul Veneto quindi sull’Adriatico. Entrambi sono stati rilevati dalle telecamere del progetto Prima, non è stato invece così per il bolide del 20 settembre perché, ha spiegato Gradiol, la rete non ha telecamere sufficienti in Sardegna. «Era inoltre molto basso sull’orizzonte – ha aggiunto – e non siamo in grado di calcolare traiettoria, orbita e dimensioni».
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