Un cuore Bolognese per le antenne di Alma

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L’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) è un radiointerferometro situato a 5000 metri d’altitudine nel deserto di Atacama in Cile. È un progetto sviluppato in collaborazione tra Europa, Nord America, Asia orientale e Repubblica del Cile.

L’inaugurazione ufficiale è avvenuta il 13 marzo 2013, mentre l’ultima antenna è stata consegnata il 1º ottobre 2013, con la piena operatività, alla fine dell’anno, di tutte le 66 antenne. Il costo del progetto è stato di circa un miliardo di dollari.

ALMA è il risultato dell’unione di idee diverse, che prendono origine da tre progetti: il Millimeter Array (MMA) per gli Stati Uniti, il Large Southern Array (LSA) per l’Europa e il Large Millimeter Array (LMA) per il Giappone.

Nel 1997 l’Osservatorio Europeo Australe (ESO) e il National Radio Astronomy Observatory (NRAO) si sono accordati per proseguire in un progetto comune che unisse MMA e LSA in ciò che alla fine sarebbe stato chiamato ALMA. Il progetto finale dell’array avrebbe unito la sensibilità dell’LSA con la copertura in frequenza e la miglior locazione del sito di MMA. ESO e NRAO collaborarono in gruppi tecnici, scientifici e organizzativi per definire e organizzare un progetto nato dall’unione tra i due osservatori con la partecipazione del Canada e della Spagna (che al tempo non faceva parte di ESO). Molte delle decisioni e degli accordi finali sono state prese nel marzo 1999, inclusa quella della scelta di “Atacama Large Millimiter Array”, o ALMA, come nome del nuovo array.

Il 25 febbraio 2003 è stato firmato l’ALMA Agreement, tra il Nord America e i partner europei. In seguito il progetto ALMA ha ricevuto una proposta di partecipazione dall’ Osservatorio astronomico nazionale del Giappone (NAOJ), secondo la quale il Giappone si sarebbe fatto carico della costruzione dell’Atacama Compact Array (ACA) e di tre ricevitori aggiuntivi, per costituire l’ALMA potenziato. Il 14 settembre del 2004 è stato firmato l’high level Agreement, che ha reso il Giappone un partner ufficiale nell’ALMA potenziato (“Atacama Large Millimiter/submillimiter Array”).

Per motivi essenzialmente politici è stato deciso di impiegare antenne progettate e costruite da ben note aziende in Nord America, Europa e Giappone: i fornitori hanno scelto approcci diversi nella progettazione, ma ogni antenna deve soddisfare i requisiti molto stringenti di ALMA.

Inizialmente ALMA è stata una collaborazione al 50% tra l’European Southern Observatory (ESO) e il Nord America. L’array è stato poi implementato con l’ingresso di nuovi partner, ovvero Giappone, Taiwan, Spagna e Cile.

Nelle immediate vicinanze, sul Cerro Chajnantor a quota 5.640 metri, è presente dal 2009 il MiniTAO Telescope, un telescopio di un metro di apertura installato dall’Università di Tokyo. A fianco di esso è in corso di realizzazione un altro telescopio dell’università di Tokyo, l’Infrared Telescope di 6,5 m di apertura.

Sulla sommità del Cerro Chajnantor è in progetto inoltre la costruzione del Cerro Chajnantor Atacama Telescope (CCAT), un grande telescopio con 25 m di apertura operante alle lunghezze d’onda submillimetriche. Verrà costruito da un consorzio di università nordamericane ed europee guidato dalla Cornell University. I lavori sono iniziati nel 2014 ed il completamento è previsto nel 2018[1]

Siamo a Garching, cittadina universitaria nella periferia nord di Monaco di Baviera, in Germania. È qui che sorgono gli headquarters dello European Southern Observatory, l’organizzazione intergovernativa che gestisce i grandi telescopi europei dell’emisfero australe. Telescopi ottici, come i quattro giganti del Very Large Telescope, a Paranal. E antenne per le onde radio e le microonde, come le 66 parabole da 12 metri ciascuna di ALMA. È per le antenne di ALMA, l’array millimetrico e submillimetrico di Atacama, che il team di ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica guidato da Fabrizio Villa è da due anni cha va su è giù fra Bologna e Monaco: se il prototipo da loro sviluppato, il ricevitore in banda 2+3, supererà tutti i test e si dimostrerà il migliore al mondo, diventerà il nuovo cuore tecnologico di ALMA. Servizio di Marco Malaspina, con interviste a Fabrizio Villa (INAF), Pavel Yagoubov (ESO), Wolfgang Wild (ESO), Valeria Tapia (Univ. Chile), Alvaro Gonzalez (NAOJ),, Leonardo Testi (ESO), Sara Ricciardi (INAF) e Francesco Cuttaia (INAF).

Per saperne di più:

https://it.wikipedia.org/wiki/Atacama_Large_Millimeter_Array

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