Dopo aver giocato a nascondino con gli astronomi negli ultimi 5 anni, ora l’asteroide è di nuovo nel mirino dei telescopi, pronto a mettere alla prova i sistemi di difesa planetaria contro gli oggetti celesti che ci orbitano pericolosamente vicini. Proprio durante una campagna di osservazione di questi cosiddetti Neo (Near-Earth Object), condotta dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e dall’Osservatorio europeo australe (Eso), l’asteroide è stato recentemente individuato dal Very Large Telescope (Vlt) in Cile dopo una ‘latitanza’ di ben cinque anni: la sua scoperta risale infatti al 2012, quando venne avvistato per la prima volta dall’osservatorio Pan-STARRS delle Hawaii.
Allora gli astronomi capirono subito che l’asteroide aveva già un appuntamento con la Terra fissato per l’ottobre 2017, ma poi, per colpa della sua orbita, lo persero di vista, non riuscendo così a prevedere di quanto si sarebbe avvicinato. Le ultime osservazioni hanno invece rivelato che dovrebbe passare ad una distanza di 44.000 chilometri.
Finché l’asteroide rimarrà visibile, gli astronomi cercheranno di studiarlo per ottenere il maggior numero di informazioni possibili, anche sulla sua composizione. L’eventuale ingresso nell’atmosfera di un corpo celeste di tali dimensioni potrebbe scatenare un’esplosione simile a quella avvenuta nel 2013 a Chelyabinsk, in Russia. La campagna di osservazione, che rientra in una più ampia iniziativa internazionale coordinata dalla Nasa, sarà un’ottima opportunità per testare la capacità di identificare e tracciare i Neo, oltre che le strategie da assumere in caso di reale minaccia.
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