Secondo l’amministratore facente funzioni Robert M. Lightfoot Jr., che ha spiegato i dettagli della decisione in una conference call con la stampa, mettere a bordo anche gli astronauti nella missione costerebbe tra i 600 e i 900 milioni di dollari, che si andrebbero ad aggiungere ai 24 miliardi totali del progetto.
Orion e Space launch system, il razzo e la navetta che porteranno l’uomo su Marte
I ritardi sono dovuti a diversi fattori: alla progettazione dello scudo termico e al ritardo di consegna del modulo di servizio EDM fornito dall’Esa, si sono aggiunti incidenti tecnici e, non ultimo, un tornado che si è abbattuto sul Michoud assembly facility in Louisiana, dove il razzo è in fase di costruzione, danneggiando l’edificio.
Donald Trump però ha “fretta” di arrivare su Marte e firmare la targhetta che decollerà assieme ai futuri pionieri del Sistema solare. A marzo, il Parlamento ha approvato il Transition authorization act, che stabilisce gli obiettivi della Nasa dei prossimi anni. Per la prima volta si è stata indicata una data precisa per portare persone almeno in orbita attorno al pianeta rosso: il 2033.
Mentre ad aprile, In una telefonata con la Stazione spaziale internazionale, conversando con con Petty Whitson, l’astronauta americana che ha recentemente battuto il record nazionale di permanenza nello spazio, le ha chiesto “c’è un piano?”. Confessando che vorrebbe vedere un uomo su Marte entro il suo secondo mandato. Un traguardo, viste le difficoltà tecniche ancora da superare, quali i rischi dovuti alle radiazioni e alle risorse per una permanenza di anni lontano dalla Terra, difficilmente realizzabile. E questo “no” della Nasa conferma che anche Trump dovrà riportare, almeno per il momento, i piedi per terra.