
Ed è proprio questo il progetto definito in un comunicato apparso sul sito della CBC canadese come “rivoluzionario” nel contesto della lotta ai cambiamenti climatici, soprattutto al riscaldamento globale.
Il processo che l’azienda ha in mente di mettere in atto si rivelerebbe, infatti, molto proficuo per ridurre la CO2. Parte della CO2 catturata potrebbe essere utilizzata per realizzare prodotti commerciabili, cosa che contribuirà a pagare il processo di sequestro e conservazione in maniera permanente nel sottosuolo.
Attualmente la Carbon Engineering sta già facendo qualcosa di simile a Squamish, nella Columbia britannica, in Canada, dove, grazie ad un impianto pilota, sta estraendo la CO2 dall’aria e la sta trasformando in combustibile. Parte di questa CO2 può essere poi venduta perché può essere utilizzata in vari contesti, finanche nell’estrazione stessa delpetrolio oppure nella conduzione di nanotubi di carbonio, sostanze chimiche utili o materie plastiche.
Si stima che il mercato del sequestro e della conservazione dell’anidride carbonica estratta dall’aria sia arrivato già ad un trilione di dollari all’anno. La tecnologia per “sequestrare” l’anidride carbonica nel sottosuolo è infatti abbastanza matura e ben compresa e in alcune regioni viene già utilizzata in siti su larga scala.
Tuttavia il ritmo deve essere accelerato e deve raggiungere ben altri livelli considerando che per stabilizzare il riscaldamento globale in corso a due gradi Celsius dovranno essere sequestrati tra 120 e 160 miliardi di tonnellate di CO2 dall’aria come riferisce un articolo scientifico apparso su Nature Climate Change nel 2017.
Approfondimenti:
Carbon Engineering – Wikipedia in inglese (IA)
Carbon Engineering – Pioneering Direct Air Capture of CO2 (IA)
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