Scoperte al Cern cinque nuove particelle elementari

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Hanno nomi difficili da pronunciare e pressoché impossibili da scrivere: Ωc(3000)0, Ωc(3050)0, Ωc(3066)0, Ωc(3090)0 e Ωc(3119)0. Ma esistono davvero. Le hanno scoperte al Cern di Ginevra i fisici dell’esperimento Lhcb

Nel grafico vengono mostrati i dati (i puntini neri) della distribuzione di massa. I cinque stati particellari corrispondono ai cinque picchi. Crediti: Collaborazione LHCb
Nel grafico vengono mostrati i dati (i puntini neri) della distribuzione di massa. I cinque stati particellari corrispondono ai cinque picchi. Crediti: Collaborazione LHCb

I fisici dell’esperimento Lhcb del Cern di Ginevra, fra i quali numerosi ricercatori italiani, hanno scoperto ben cinque nuove particelle elementari in un colpo solo. La scoperta, guidata da Antimo Palano e Marco Pappagallo, due ricercatori pugliesi del Dipartimento di fisica di Bari e della sezione di Bari dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), si è basata sull’analisi dei dati raccolti dal 2011 al 2015 da Lhcb. Le particelle scoperte sono degli “stati eccitati” di una famiglia di particelle chiamata Omega C

Nella storia della fisica la scoperta simultanea di cinque particelle è un record da Guiness dei primati e, sotto il profilo scientifico, apre nuove prospettive nello studio della forza nucleare. L’articolo è già disponibile online su arxiv.org e sarà presentato alla stampa in anteprima mondiale domani, giovedì 23 marzo, a Bari, prima della conferenza internazionale Recontres de Moriond QCD and High Energy Interctions” in programma in Val D’Aosta dal 25 marzo al primo aprile 2017.

L’esperimento Lhcb è frutto di una collaborazione internazionale di 769 fisici di 69 università e laboratori di tutto il mondo e l’Italia, con 13 università, ha un ruolo di primo piano sia nella costruzione che nella direzione dell’esperimento e nella produzione di risultati di fisica. 

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