Oggi è il 29 febbraio. Sai come si calcola un anno bisestile?
Articoli come questo cadono ogni quattro anni. Da quando Giulio Cesare nel 46 a.C a distanza di 708 anni dalla fondazione di Roma, su consiglio dello scienziato e astronomo Sosigene affrontò un problema tecnico: recuperare quelle ore di scarto rispetto all’anno solare, che dura 365 giorni e 6 ore. Decisionista come sempre, Cesare varò la riforma del calendario, denominato appunto giuliano, introducendo il primo anno bisestile: il termine deriva dal latino «bisextus», «due volte sesto».
Usi e costumi dell’antica Roma prevedevano il conteggio per due volte, negli anni bisestili, del sesto giorno che precedeva le calende di marzo, cioè il 24 febbraio. In età più tarda, quando si incominciò a contare i giorni del mese partendo dal primo, il giorno «bis sexto» di febbraio divenne il 29. E almeno fino a oggi così è rimasto.
L’introduzione di una precisa formula matematica per sincronizzare le stagioni, che altrimenti risulterebbero sfasate, sostituisce una precedente norma regolata in base ad arbitrarie decisioni politiche. Tuttavia anche il sistema di calcolo dei due calendari arbitrariamente differiscono, almeno quanto le decisioni politiche: se nel calendario giuliano è bisestile un anno ogni quattro in quello gregoriano ogni quattro secoli si eliminano tre anni bisestili. La regola del calendario gregoriano è così “divisiva” rispetto al giuliano : un anno è bisestile se il suo numero è divisibile per quattro, fatta eccezione degli anni secolari – cioè divisibili per 100 – che non possono essere divisi per 400. Un esempio pratico: il 2000 è stato un anno bisestile, ma il 2100 non lo sarà in quanto non divisibile per 400. Sono stati bisestili aperture di secolo come il 1600 ed oltre al 2000 lo sarà il 2400, e così via.
Così come accade a chi deve scrivere di un simile argomento ogni quattro, c’è chi per festeggiare il proprio compleanno deve attendere un anno che non arriva se non “semel in quater” ossia una volta ogni quattro. Il più celebre nato nell’anno del salto, “leap year”come lo chiamano gli anglosassoni, con tutto il rispetto per Papa Paolo III è stato Gioacchino Rossini. E’ il solo compositore italiano ad avere un Festival monografico, nella natia Pesaro, al pari di Bayreuth per Wagner. Il più grande esponente dell’opera buffa, una folle anomalia tutta italiana nella storia della musica, non poteva che essere un “leaper” nato in un anno anomalo.
Quella di Rossini è una “follia organizzata” in musica, arte del contare “esagerato” o meglio “eccedente” come il giorno in più della sua nascita. Rossiniana è definibile quella musica che “contiene” il caos così come il primo anno bisestile, il 46 a.C ., venne denominato anno della confusione a dispetto dell’ordine da mettere: durò ben 445 giorni.
Non c’è forse del metodo nel calendario impazzito?
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