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Riconoscere volti e persone attraverso i muri e di notte con l’AI

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Riconoscere volti e persone attraverso i muri e di notte con l'AI
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Si tratta di un sistema di machine learning alle prime fasi di sviluppo ma che promette di utilizzare i dati termici per svelare non solo se ci sono soggetti ma di chi si tratti. UN SISTEMA di intelligenza artificiale in grado di identificare i volti in qualche modo “ricostruendoli” da immagini termiche. Dunque dotato di “poteri” notevoli come poter vedere oltre i muri anche nel buio più totale. E, appunto, individuare le fattezze dei soggetti immortalati anche se nascosti e in piena notte o comunque nell’oscurità.

Si tratta di un nuovo fronte sul quale sta lavorando l’esercito statunitense. Ha sviluppato nel suo Army Research Laboratory un metodo di machine learning battezzato dagli scienziati Benjamin S. Riggan, Nathaniel J. Short e Shuowen Hu. Di recente i ricercatori ne hanno illustrato i dettagli in un white paper, cioè in un documento di ricerca ancora aperto e in via di modifica e arricchimento, illustrando gli sforzi per applicare un metodo di riconoscimento facciale alle immagini utilizzando in sostanza la termografia, cioè il rilevamento delle radiazioni termiche emesse da un corpo. I sensori raccolgono la radiazione e la trasformano in segnale elettrico che viene inviato a dispositivi che ricostruiscono l’immagine. In questo caso applicando anche un riconoscimento del volto.

L'esercito Usa sta costruendo un'AI che riconosce volti nel buio e attraverso i muri

“Quando usiamo camere termiche per raccogliere immagini facciali la sfida principale è far combaciare quell’immagine con un database che contiene solo foto convenzionali e visibili di persone ricercate” spiega uno dei ricercatori. Le camere termiche sono diffusissime, specialmente in ambito militare, basti pensare agli equipaggiamenti degli elicotteri Apache o a quelli di veicoli di terra. Servono appunto a individuare la presenza di soggetti ma non a sapere di chi si tratti e se le loro fattezze combacino con quelle di qualche ricercato o sospetto.

Il meccanismo in fase di sviluppo può intervenire in un secondo momento o anche in parallelo ma non necessariamente da un dispositivo installato insieme alle camere termiche: una rete neurale può dunque effettuare quel “match”, o almeno provarci, scovando chi si nasconde nel buio o al di là di un muro, dentro un’abitazione o un nascondiglio per esempio, anche autonomamente sulla base di quei materiali raccolti o filmati. Il progetto è alle prime fasi ma chi lo ha studiato racconta che con ulteriori sviluppi il sistema potrà condurre veri e propri riconoscimenti in tempo reale su database molto più ampi di quelli utilizzati per gli esperimenti. Sarebbe ovviamente utilizzato solo nel corso di operazioni militari o di polizia.

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