Ricercando la forza gravitazionale fondamentale

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Dai neutrini cosmici nuovi dati per la gravità quantistica. Grazie a IceCube in Antartide, a cui partecipa anche l’Italia.

Dai neutrini cosmici osservati dalla collaborazione internazionale IceCube, un grande rilevatore costruito nei ghiacci dell’Antartide arrivano indicazioni su ipotetici effetti dovuti alla cosiddetta Gravitazione quantistica, che cerca di spiegare l’Universo e mettere d’accordo la teoria della Relatività con la Meccanica quantistica.

I dati, pubblicati sulla rivista Nature Physics, dimostrano l’importanza dei neutrini cosmici anche nello studio della natura più profonda della materia.

L'osservatorio IceCube in Antartide, sullo sfondo un'aurora polare (fonte: John Hardin da Wikipedia)
L’osservatorio IceCube in Antartide, sullo sfondo un’aurora polare (fonte: John Hardin da Wikipedia)

“IceCube, così come Km3Net in costruzione nel Mediterraneo, è un rilevatore ideato per identificare neutrini cosmici prodotti nell’universo da fenomeni estremamente violenti. Neutrini da cui è possibile ottenere molte preziose informazioni”, ha commentato all’ANSA Piera Sapienza, ricercatrice ai Laboratori Nazionali del Sud dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Lns-Infn) e tra i fondatori di Km3Net. Una delle peculiarità di queste sfuggenti particelle è quella di ‘oscillare’, ossia cambiare uno specifico stato detto sapore, nel corso della loro esistenza: neutrini nati con uno dei tre sapori possibili (elettrone, muone tau) oscillano in uno degli altri due sapori.

“Obiettivo dello studio – ha detto Sapienza – è stato misurare la distribuzione di questi sapori, ossia la loro percentuale. Un eventuale discostamento dal numero atteso sarebbe infatti un segnale di una perturbazione non prevista dalla fisica standard”.

L’obiettivo in questo caso era, in particolare, trovare possibili anomalie associabili a effetti della cosiddetta ‘nuova fisica’, come quelli previsti dalla gravità quantistica. I nuovi dati non hanno rilevato le anomalie sperate, ma hanno permesso di stabilire nuovi parametri per i modelli . ” Forse l’aspetto più rilevante – ha concluso la ricercatrice – è un’ ulteriore dimostrazione di come i neutrini cosmici, normalmente utilizzati per indagare fenomeni cosmici estremi, possano anche rivelarsi importanti nello studio della fisica delle particelle”.

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