Progetto Genoma 2.0, vuole riscrivere il Dna dell’uomo

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Primo annuncio ufficiale, tra critiche comunità scientifica. Coltivare in laboratorio organi umani per i trapianti, rendere le cellule resistenti a batteri e virus e produrre linee di cellule che resistono al cancro: suona come fantascienza, ma sono gli obiettivi del programma che intende ottenere in laboratorio il genoma umano sintetico. Le prime notizie sulla sua esistenza erano trapelate all’inizio di maggio da indiscrezioni su un incontro a porte chiuse avvenuto negli Usa e ora il progetto è stato presentato sulla rivista Science. La reazione del mondo scientifico si è fatta sentire immediatamente dal sito di un’altra grande rivista scientifica, Nature, e il dibattito è ormai aperto tra chi vede la possibilità di un progresso e chi esprime timori e perplessità.

Il progetto si chiama Human Genome Project-write (Hgp-write), ossia il Progetto Genoma Umano che si occupa di scrivere il Dna, dopo che all’inizio degli anni 2000 il Progetto genoma Umano lo ha letto. Ma per riuscire in questo obiettivo ambizioso i ricercatori dichiarano di aver bisogno del sostegno da parte del pubblico e di 100 milioni di dollari.

“Abbiamo bisogno delle tecnologie e di un quadro di regole etiche”, scrivono su Science i ricercatori, coordinati dall’esperto di Biologia sintetica Jef Boeke, dell’università di New York. A lui si deve la prima versione sintetica del genoma del lievito del pane e quella del più piccolo dei cromosomi umani, il terzo. I 25 autori dell’articolo sono genetisti, biochimici e biologi molecolari che provengono sia da grandi università americane sia da aziende private specializzate in analisi genetiche e trapianti.

Tra le firme quelle del genetista di Harvard George Church e il futurologo californiano Andrew Hessel. Il loro obiettivo è lanciare ufficialmente il progetto a fine anno grazie a un investimento pubblico, proprio come era accaduto nel 1990 con il Progetto Genoma Umano, completato nel 2003. Per questo i ricercatori intendono “promuovere un dibattito pubblico” in materia: la posta in gioco è far progredire le tecnologie per ‘costruire’ il Dna umano, oggi limitata a piccoli segmenti di informazione genetica. Dovranno essere, rilevano, tecnologie poco costose, in modo da garantire la loro disponibilità in tutti i laboratori interessati nel prendere parte al progetto.

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