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Progetto EUROfusion, in Italia laboratori ad alta tecnologia

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Progetto EUROfusion, in Italia laboratori ad alta tecnologia
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Fusione nucleare, arriva in Italia il laboratorio hi-tech da 500 milioni. Il progetto che vede protagonista l’agenzia ENEA partirà nel 2018. L’obbiettivo è di produrre energia pulita dopo il 2050.

Sullo studio dell’atomo l’Italia non è solo legata a un passato prestigioso, ma guarda anche al futuro. Il Paese dove Enrico Fermi cominciò gli studi che lo avrebbero portato al premio Nobel per la fisica, è infatti protagonista del “Divertor tokamak test facility” (DTT), il super laboratorio di ricerca sulla fusione nucleare.

Una scommessa da 500 milioni di euro tra investimenti pubblici e privati che prevede l’impiego di oltre 1500 addetti specializzati considerando anche l’indotto. Allo sviluppo del progetto contribuirà EUROfusion, il consorzio europeo di ricerca sulla fusione di cui fa parte l’agenzia ENEA che del DTT è ideatrice.

Il via libera ai lavori dovrebbe arrivare nei primi mesi del 2018. La struttura, che sorgerà in Italia (ma la località è ancora da decidere), è stata pensata come anello di collegamento tra ITER e DEMO, due progetti internazionali che puntano a rendere operativo un reattore dopo il 2050.

“Un ottimo risultato per l’Italia nella prospettiva di produrre energia in modo sostenibile e contribuire alla decarbonizzazione del sistema”, ha commentato Federico Testa, presidente dell’ENEA.
La fusione nucleare produce infatti energia rinnovabile e senza scorie. E le imprese italiane sono in prima fila nella ricerca. In ITER sono coinvolte oltre 500 aziende tricolori come Ansaldo Nucleare e ASG superconductors. E proprio la stessa tecnologia di ITER verrà usata per il DTT, ma con la novità di poter eseguire esperimenti con tecniche brevettate dall’ENEA. Per i test verrà prodotto un cilindro hi-tech che raggiungerà una temperatura di 100 milioni di gradi con un’intensità di corrente pari a 6 milioni di Ampere. E grazie ai materiali superconduttori di ultima generazione si arriverà a un’intensità di energia simile a quella del futuro reattore.

L’Italia fa parte inoltre dell’agenzia europea “Fusion for Energy” ed è attiva nel programma di ricerca “Broader Approach”.

Ma la britannica Tokamak punta ad anticipare tutti e tagliare il traguardo già nel 2030. Così, mentre dall’altra sponda dell’Atlantico il presidente Trump tenta un “ritorno” al carbone, la sfida per sostituire i combustibili fossili in Europa è più aperta che mai.

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