Ultima Thule, l’appuntamento è per il 1° gennaio per il sorvolo più lontano della storia. Martedì primo gennaio la sonda spaziale New Horizons della Nasa effettuerà il primo sorvolo di un oggetto della fascia di Kuiper, soprannominato Ultima Thule – “oltre il mondo conosciuto”. Confermata la traiettoria che porterà la sonda a soli 3500 km dall’oggetto, a una velocità di 14.4 km/s.
Sta filando tutto liscio per la sonda spaziale New Horizons della Nasa, che recentemente ha ricevuto il via libera per rimanere sul suo percorso, giudicato ottimale, verso Ultima Thule. Nel momento in cui questo articolo va online New Horizons si trova a 5.706.000 km da Ultima Thule: la posizione aggiornata minuto per minuto è consultabile sul sito dell’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University. Il sorvolo dell’oggetto della fascia di Kuiper, miliardi di chilometri oltre Plutone, è previsto per le 06:33:00 ora italiana del 1° gennaio 2019, dunque fra poco più di quattro giorni. Sarà primo flyby in assoluto di un oggetto della fascia di Kuiper.
Dopo quasi tre settimane di ricerche di anelli, piccole lune e altri potenziali pericoli intorno all’oggetto, Alan Stern, principal investigator di New Horizons, ha dato il go affinché la sonda spaziale rimanga sul percorso prestabilito, che la porterà a circa 3500 km da Ultima Thule, invece di compiere una deviazione pericolosa che l’avrebbe spinta tre volte più lontano. Vista la velocità di New Horizons (circa 50.700 km all’ora, pari a 14 km/s), una particella delle dimensioni di un chicco di riso potrebbe essere letale per la sonda, le cui dimensioni sono paragonabili a quelle di un pianoforte.
Il team che si occupa della sicurezza di New Horizons, composto da una dozzina di membri, ha utilizzato la più potente macchina fotografica a bordo della sonda, la Long Range Reconnaissance Imager (Lorri), per cercare potenziali pericoli. La decisione se tenere New Horizons nel suo percorso originale o deviarla su un flyby più distante, che avrebbe prodotto dati meno dettagliati, è stata presa il 18 dicembre, ultima data utile per poter manovrare il veicolo spaziale su un’altra traiettoria.
Il team di valutazione dei rischi è stato costituito nel 2011 per preparare il sorvolo di Plutone – principalmente per affrontare il problema delle piccole lune di Plutone che avrebbero potuto diffondere pericolosi detriti lungo il percorso di New Horizons. All’epoca, un’intensa ricerca non ha rivelato potenziali rischi per la missione ed il team ha optato per il piano di volo originale, consentendo a New Horizons di effettuare in totale sicurezza l’esplorazione storica del sistema di Plutone nel luglio 2015. Quest’anno, lo stesso team ha condotto analisi simili sull’avvicinamento a Ultima Thule, ufficialmente designato come Mu69 2014. Qualsiasi struttura ad anello che riflettesse anche solo cinque decimilionesimi della luce solare intercettata sarebbe stata visibile nelle immagini, così come tutte le lune più di grandi di circa tre chilometri, ma i ricercatori non hanno scorto alcun potenziale pericolo. Gli scienziati continueranno a cercare gli anelli o le lune molto vicini a Ultima Thule, anche se non rappresenterebbero un rischio.
«Il nostro gruppo si sente come se avessimo viaggiato con la navicella spaziale, come se fossimo marinai appollaiati sulla coffa di un galeone, in cerca di futuri pericoli», dice Mark Showalter, responsabile del team, del Seti Institute. «Il team era pienamente d’accordo sul fatto che la sonda spaziale dovesse rimanere sulla traiettoria più vicina e la leadership della missione ha adottato la nostra raccomandazione».
«La sonda spaziale ora è indirizzata verso un flyby ottimale, più di tre volte più vicino di quello che abbiamo effettuato su Plutone», ha aggiunto Stern. «Ultima, arriviamo!»
Per chi volesse seguire le operazioni di flyby, ricordiamo che, poiché è ancora in corso lo shutdown del governo Usa, la diretta potrebbe non essere disponibile sui canali della Nasa: come esplicitato nello shutdown plan dell’agenzia, infatti, fra le attività interrotte vi sono anche quelle collegate al sito web e a Nasa Television. Sarà comunque possibile seguire gli aggiornamenti relativi al flyby attraverso il canale YouTube del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory.
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