La fusione del ghiaccio antartico e il riscaldamento dell’atmosfera. Nuove simulazioni indicano che la fusione dei ghiacciai in Antartide causata dal riscaldamento globale potrà a sua volta influire sul trasferimento di calore delle masse oceaniche, ritardando di una decina di anni l’aumento della temperatura atmosferica verso la soglia dei due gradi.
Il riscaldamento globale farà fondere i ghiacciai dell’Antartide, e questo provocherà un innalzamento compreso tra 85 centimetri e un metro del livello degli oceani entro il 2100. Finora però mancavano dati per dare una valutazione del possibile feedback, cioè di un’influenza della fusione dei ghiacci sul sistema globale del clima. Un articolo pubblicato su “Nature” da Ben Bronselaer dell’Università dell’Arizona a Tucson e colleghi, colma questa lacuna: la fusione dei ghiacci antartici avrà un’influenza notevole sulla temperatura dell’atmosfera, ritardandone l’incremento negli anni.Lo studio fa parte del progetto Southern Ocean Carbon and Climate Observations and Modeling (SOCCOM), finanziato da diversi enti statunitensi tra cui National Science Foundation, National Oceanic and Atmospheric Administration e NASA.
Gli autori hanno modificato uno dei modelli climatologici più accurati chiamato ESM2M, per considerare anche della fusione dei ghiacciai antartici, un processo in corso da molti anni ma che recentemente ha mostrato di procedere a un ritmo accelerato rispetto al passato. Hanno poi effettuato una serie di simulazioni sui cambiamenti climatici in un arco temporale che va dal 1950 al 2100, basandosi sullo scenario di emissioni di gas serra indicato internazionalmente come business as usual, che cioè non prevede variazioni rispetto ai livelli attuali.
Il risultato è che, considerando anche questo ulteriore fattore della fusione dei ghiacci, l’aumento della temperatura globale di due gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali verrà raggiunto prevedibilmente nel 2065 e non nel 2053. In pratica, la Terra nel suo complesso continuerà a riscaldarsi, ma l’atmosfera si riscalderà più lentamente perché parte del calore rimarrà immagazzinato nella massa d’acqua extra, venendo poi rilasciato gradualmente. La circolazione oceanica infatti trasferisce il calore dalle zone equatoriali verso i poli. Il calore viene poi rilasciato in atmosfera. La novità è che l’acqua dolce extra che deriva dalla fusione dei ghiacciai agisce come un tappo sulle acque marine che circondano il continente antartico e rallentano il rilascio del calore.
“È il primo feedback sul clima individuato negli ultimi vent’anni: la fusione ritarda il riscaldamento, nel senso che questo aumenterà più lentamente”, ha commentato Joellen Russell, coautrice dell’articolo.
A fronte di questo incremento più lento delle temperature, si prevede però un cambiamento negli schemi globali delle precipitazioni, perché la fascia delle piogge tropicali si sposterà verso nord.
“Questo spostamento previsto dalle nostre proiezioni renderà l’emisfero boreale un po’ più umido e quello australe un po’ più secco di quanto stimato in precedenza”, ha concluso Russell.
Un’altra ricerca nell’ambito del progetto SOCCOM sta registrando temperatura, salinità e altri parametri chimici e biologici dell’Oceano Antartico, con l’obiettivo di mettere a confronto le previsioni dei modelli climatici con i dati reali.
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