In pratica Cheetah 3 è cieco. Nel senso che è in grado di muoversi su diversi tipi di terreni, salire e scendere scale piene di ostacoli o recuperare l’equilibrio senza utilizzare alcun sensore visivo. Il che lo rende ideale per scenari complicati, come quelli conseguenti alle catastrofi naturali, dove la visibilità è nulla o ridotta. Nel video lo si vede anche fare flessioni, camminate rapide (fino a galoppare o muoversi su tre zampe) e movimenti vari al coperto ma è all’esterno che le sue capacità risaltano di più.
Il robot, che pesa 40 chili, avrà una videocamera ma solo per sicurezza. Secondo gli scienziati si muove grazie a un sistema di “blind locomotion”, cioè “locomozione cieca”, forte di una serie di nuovi algoritmi in grado di decodificare il contatto, impostare i movimenti in base a esso e determinare quanta forza occorre usare per ogni passo. Lo stesso meccanismo aiuta il robot a reagire a stimoli esterni come calci o spinte.
“La visione può essere in parte inaccurata e disturbata e spesso non disponibile – spiega il “papà” di Cheetah 3, Sangbae Kim – se ci si affida troppo il robot dovrà essere molto preciso nel posizionamento e questo lo rallenterà”. Ecco perché la strada migliore si lega allo sviluppo dei nuovi algoritmi tattili, che consentono all’animale artificiale di “vedersela con ostacoli inaspettati mentre si muove con rapidità”.
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