In una miniera di antibiotici in Montana, due specie di funghi isolati in uno scavo tossico a cielo aperto hanno sintetizzato un composto dalle potenti qualità antibiotiche, capace di neutralizzare quattro resistenti ceppi batterici.
Due specie di funghi che sopravvivono nell’ambiente estremo del Berkeley Pit, una miniera di rame abbandonata vicino a Butte, nel Montana (USA), hanno “collaborato”, in laboratorio, per produrre un composto dalle naturali proprietà antibiotiche.
MIX LETALE. Gli scavi profondi oltre 540 metri ospitano ora una pozza di acque tossiche della stessa acidità del succo di limone (pH 2.5), piene di metalli pesanti e sostanze pericolose filtrate dalle rocce circostanti, come arsenico, cadmio, zinco e acido solforico.
Pochi mesi fa migliaia di uccelli migratori sono morti in queste acque, dove avevano cercato riparo durante una tempesta di neve. Eppure alcuni organismi estremofili – una piccola schiera di funghi e batteri – sopravvivono nella piscina letale, e sono da due decenni sotto la lente degli scienziati locali.
GIOCO DI SQUADRA. Stavolta è toccato alle due specie di funghi del genere Penicillium, lo stesso impiegato nella produzione di penicillina e di alcuni formaggi (gorgonzola, stilton, roquefort, danish blue…). Le due colture sono state lasciate interagire in laboratorio, dove in sei giorni hanno prodotto composti dalla struttura molecolare simile a quella dei macrolidi, una nota classe di antibiotici.
MOLTO EFFICACE. Una di queste sostanze, denominata berkeleylactone A, è riuscita a debellare quattro ceppi di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), oltre al batterio dell’antrace, allo Streptococcus pyogenes (che infetta la gola), e a due lieviti patogeni per l’uomo, la Candida albicans e la Candida glabrata.
APPROCCIO DIVERSO. Soprattutto, lo ha fatto agendo in un modo diverso dai macrolidi, mai osservato finora, senza inibire la sintesi proteica dei batteri e senza prenderne di mira i ribosomi, gli organuli che presiedono a questo compito.
Differenziare le modalità di attacco ai batteri resistenti agli antibiotici è di fondamentale importanza, in un quadro in cui questo fenomeno si fa sempre più allarmante. Ulteriori analisi sulle modalità di azione dei funghi chiariranno se e come si possa sfruttare il loro potenziale.
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