Non è un UFO ma è Mayak la nuova luce nei cieli

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Mayak, un faro nel cielo. Un satellite russo sta per essere dispiegato in orbita terrestre. Dovrebbe diventare l’oggetto più luminoso dopo il Sole e la Luna.

Il satellite Mayak è stato depositato in orbita terrestre la settimana scorsa. Quando verrà dispiegato – e la sua vela aperta – brillerà più di ogni altra stella, corpo celeste o satellite artificiale (ad eccezione della Luna).

Una nuova “stella” sta per accendersi nei cieli. Sarà così luminosa da oscurare tutti gli oggetti notturni, ad eccezione della Luna. Si tratta di Mayak ,un satellite che è stato lanciato settimana scorsa con un razzo russo Soyuz partito da Baikonur.

Un lancio speciale perché a bordo oltre al satellite Kanopus-V-IK per l’osservazione del nostro pianeta, costruito dall’agenzia spaziale russa chiamato, c’erano anche altri 72 satelliti, o meglio microsatelliti. Non è un record perché nel febbraio scorso l’India messo in orbita ben 104 satelliti con un solo razzo.

UN DOPPIO SCOPO. Tra i piccoli satelliti vi era anche Mayak che in russo significa “faro”. È entrato in orbita, come tutti gli altri, venerdì 14 luglio. A breve dispiegherà una vela a forma di tetraedo, con i lati lunghi 275 centimetri, che fa parte integrante del satellite.

In teoria Mayak ha uno scopo tecnologico ben preciso: provare una tecnologia innovativa che darebbe modo a un satellite di grandi dimensioni, giunto al termine della sua missione, di scendere velocemente di orbita.

L’impiego della vela servirebbe a un certo punto anche per frenare la sua discesa, grazie alla resistenza delle particelle dell’atmosfera che si trovano anche ad altissima quota. In tal modo il satellite finirebbe con il bruciare nell’atmosfera stessa, impedendo di diventare un pericoloso rifiuto spaziale.

Mayak, tuttavia, è diventato “famoso” perché il materiale di cui è composta la vela è fortemente riflettente, al punto che in determinate posizioni riflette la luce del Sole con un’intensità tale da diventare l’oggetto del cielo notturno più luminoso (sempre dopo la Luna).

Una rappresentazione del terzo stadio del Soyuz con i satelliti lanciati nello spazio: in tutto erano 73 | ROSCOSMOS
Una rappresentazione del terzo stadio del Soyuz con i satelliti lanciati nello spazio: in tutto erano 73 | ROSCOSMOS

UNA APP PER SEGUIRLO. Gli ideatori di Mayak, un gruppo privato di appassionati denominato “Tvoii Sektor Kosmosa”, ossia “Il tuo Settore nello Spazio”, hanno fatta molta pubblicità a questa caratteristica per raccogliere fondi privati.

Pur essendo sostenuti dall’Università di Mosca, infatti, i costi per la costruzione del satellite sono stati abbattuti attraverso un crowfunding che ha permesso di raccogliere poco meno di 30.000 euro.

Il costo totale del satellite è stato di poco superiore ai 55.000 euro. Ora staremo a vedere se realmente il “faro” splenderà nei cieli come ipotizzato o se la sua luminosità sarà più o meno simile a quella della Stazione Spaziale Internazionale.

Per chi volesse seguire Mayak potrà farlo scaricandosi sul proprio cellulare una App appositamente prodotta, la quale però ha una pecca: è solo in russo.

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