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La missione ‘privata’ apre una nuova frontiera nel turismo spaziale e riaccende l’attenzione sulla Nasa. Alcuni osservatori mettono in evidenza i rischi a cui si espone Musk con l’accelerazione. Altri esperti invece ritengono l’annuncio tempestivo. Fra questi ultimi c’è Phil Larson, ex consigliere per le politiche dello spazio di Barack Obama. Con l’amministrazione Trump che deve decidere cosa fare della Nasa e del suo programma, l’annuncio di Musk ”mostra che l’industria spaziale commerciale americana è pronta ad andare oltre l’orbita bassa della terra non in dieci anni ma ora” afferma Larson.
La missione di SpaceX nel 2018 potrebbe arrivare prima che la Nasa abbia una nuova chance di andare sulla Luna. La Nasa sta considerando la possibilità di accelerare lo sviluppo del Space Launch System e di Orion, valutando l’introduzione di astronauti nel primo lancio. Con Donald Trump alla Casa Bianca l’agenzia spaziale americana potrebbe muoversi più velocemente che in passato: il presidente ha infatti espresso il proprio appoggio a un programma spaziale più ambizioso, dicendosi pronto a ”essere pronto a liberare i misteri dello spazio”. Fra SpaceX e la Nasa, che hanno un contratto che le lega, non c’è però alcuna competizione, mette in evidenza Musk. ”Siamo a favore di qualsiasi cosa favorisca l’esplorazione dello spazio. Quello che è importante e avanzare l’esplorazione e superare quanto raggiunto dal programma Apollo nel 1969, e avere un futuro nello spazio che possa ispirare”.
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