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Come è noto, dalla semplice constatazione che il moto orbitale delle galassie richiederebbe una massa (distribuita) aggiuntiva a quella visibile o giustificabile dalla velocità di rotazione è stato da tempo introdotto il concetto di “materia oscura”, o dark matter, a significare la “massa mancante”, che farebbe tornare i conti del perché le galassie girano con il loro status quo di forma e velocità. Il calcolo matematico di come si calcola la “massa mancante” è abbastanza semplice da fare in modo breve, ed è riassunto nel seguente articolo divulgativo da un laureato in FISICA (Eugenio Caruso), al link seguente: http://www.impresaoggi.com/it2/1124-un_mistero_delluniverso_la_materia_oscura/ http://www.impresaoggi.com/it2/1133-un_altro_mistero_delluniverso_lenergia_oscura/

Nota N1: (24) Il punto è però che -ad oggi- si è convinti, nella quasi totalità degli scienziati, (vedi Nota 25), che la “dark matter” sia una proprietà ignota della materia o dell’energia, un quid che si cerca di capire in che consista e perché si rilevi solo su livelli di scala ampi come quelli delle galassie o ancora maggiori, e per trovare il bandolo di questa matassa ci si muove come gli “spaccatori di pietre” che spaccando le pietre (a Ginevra, nell’LHC) pretendessero di sapere come costruire un computer. Oppure spaccando un computer con collisioni mirate pretendessero di scoprire la logica dei circuiti logici, su cui funziona un 24 Una errata corrige ai link di Eugenio Caruso): poiché sto leggendo anche io questa mattina segnalo che c’è un errata corrige nell’articolo sopra citato al punto 6: v=z*c “for small v, or gamma =1” dice la versione inglese del red shit: https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift inoltre z=(Lo-Le)/Le ed Lo= lambda obsv (lunghezza di onda osservata) ed Le=lambda emit (lunghezza dell’onda al momento della emissione) e NON nella definizione dell’articolista che dice cito: <<vstella= (=”” λoss=”” –=”” λlab=”” λlab).c=”” con=”” lunghezza=”” d’onda=”” osservata,=”” di=”” laboratorio=”” e=”” c=”” velocità=”” della=”” luce.=””>> more info: http://map.gsfc.nasa.gov/universe/uni_matter.html 25 Nella scuola deterministica, siamo di diverso avviso. preferiamo appoggiare il principio di causa ed effetto, nella fisica. Diverso sarebbe e più lungo da spiegare il tema nella metafisica.

Il computer, che è una macchina complessa e che non si può diagnosticare con quello che (in inglese) è detto matrici di scattering , ossia colpendo un computer a colpi di martello.. Ammetto che tra gli ingegneri, che è la mia formazione professionale & i fisici, c’è normalmente un po’ di ruggine .. ma uno scienziato non organizza guerre di religione ed è capace di misurarsi sui *FATTI*, cioé sulla concordanza tra teoria e prove sperimentali, quindi il mio approccio è sempre di dialogo, anche quando si fatica ad avere un dialogo. Nei miei studi sulle dinamiche del plasma ( 26)(27) ho avuto modo di verificare che quando una massa scompare, sì .. ho detto *_scompare_*, emerge come energia, secondo e=mc^2 dove m è proprio la massa scomparsa. Nessuno trova similitudini? Spero che tutti possano capire che c’è almeno un fenomeno fisico (ad esempio sulla fusione di plasma sulle stelle, ragione per cui sono accese), in cui si osserva che può succedere che una massa -> “sia una massa mancante” e abbia quindi la stessa definizione logica della “dark matter”. La obiezione ordinaria a questo ragionamento è che nelle galassie non viene toccata la velocità della luce .. 1. TH1: né nella rotazione (delle galassie) 2. TH2: né nell’allontanamento (da noi che osserviamo). Se però avrete la pazienza di leggere la esposizione seguente vedrete che dimostrerò sia la prima che la seconda tesi. Indice: Capitolo 3.1 materia/energia oscura nella singola galassia Capitolo 3.2 26

La materia/energia oscura in U1/U2 Premessa Vi sono 2 modi di vedere il COSMOS, nei lavori oggi disponibili in letteratura scientifica: 1. il Cosmos esiste quando lo spazio si espande e oltre la espansione c’è il nulla, ragione per cui il cielo sarebbe in prevalenza buio. 2. il Cosmos non ha una frontiera al finito, quindi lo spazio già c’è. E oltre l’espansione già c’è qualcosa, ma questo qualcosa non necessariamente è visibile se supera la velocità della luce, visto che quando la materia scompare nel plasma assume massa zero, e però ciò non significa che non essendovi più materia -> ne seguirebbe che il sistema non abbia mantenuto il suo contenuto energetico grazie alla equivalenza tra materia ed energia secondo e=mc^2: inoltre la materia trasformata in energia viaggia a velocità v=c, essendo normalmente i fotoni che dal sole, ad esempio, giungono sul nostro pianeta. Il punto “1” (sc. Copenanghen) precedente è sostenuto dalla scuola di Copenaghen, che teorizza un Big Bang, come creazionismo dal nulla. Infatti suppone una fluttuazione quantistica all’origine del Big Bang e suppone che -*dal nulla*- possa comparire una collezione di enti diversi dal nulla, e senza una causa di innesco a tale fenomenologia. Si ipotizza quindi una sorta di <> detto “quantistico”, per distinguere questa tipologia indeterministica dal “vuoto che sia veramente vuoto”. E come supporto, a tale tesi, si porta l’idea che poiché negli esperimenti di scala sub atomica sembrano comparire, da “dimensioni adiacenti”, enti laddove prima non si manifestavano, (come ad esempio le cosiddette “particelle virtuali”) -allora- il fatto di questa emersione -> significhi che è il nulla che le genera, confondendo i problemi di “teoria della misura” con questioni di eziodinamica, e quindi di interpretazione della misura. Il punto “2” (sc. del Determinismo), quindi, è l’idea che “il tutto vi è sempre stato” e per tale ragione -ciò che c’è- non ha nessuna ragione logica della necessità di essere “creato” dal nulla, ma semplicemente è generato per trasformazione di ciò che era pre-esistente. La FISICA, del resto, mostra sia nella teoria, che nella sperimentazione, la seguente legge“nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, in un sistema isolato”.

Ed “Il tutto” è l’unico sistema certissimamente isolato per epistemologia connotativa, visto che “il tutto” è l’unica collezione (*collezione di tutte le collezioni*, esattamente, si veda il lavoro di Bertrand Russell ( 28) in riferimento alla “teoria degli insiemi”) che ha al suo esterno -> il nulla. Da cui è il solo sistema veramente isolato in modo perfetto. Del resto la teoria di Heisenberg, su cui si basa la scuola di Copenaghen, confonde la descrizione di modello (indeterministico) con il reale. E si ferma alle difficoltà di teoria della misura ipotizzando una quantistica, con un quantum minimo, laddove la teoria della rappresentazione (da molti decenni) ha dimostrato che la rappresentazione è legata al rumore di quantizzazione legato a sua volta al quantum minimo, sia q. Dove q è il minimo range (intervallo di misura), di uno “spazio normato”, utilizzato nella rappresentazione. E’ anche vero, inoltre, che se non si potesse superare un quantum minimo questa indeterminazione (su valori minori del quantum minimo) non sarebbe esplicitabile e dovremmo uniformare al quantum minimo dei valori che avrebbero necessità di maggiore dettaglio con un livello di fattore di scala inferiore (dovendoci quindi appoggiare -provvisoriamente- ad una teoria aleatoria per questioni di problemi di rappresentazione). Ma -appunto- si confonde un problema di teoria della rappresentazione, con un problema strutturale alla stessa maniera .. che gli “atomisti greci”(29) chiamavano la particella minima -> “atomo” che significa -> “indivisibile” ! .. proprio per costruirsi “il loro modello perfetto” sulla teoria che sotto il livello atomico non si potessero avere elementi minori. Capitolo 3.1 materia/energia oscura nella singola galassia Ci è utile partire dal seguente documento (dell’Istituto Nazionale di Nucleare): http://www.roma1.infn.it/rog/astone/didattica/pozzo.pdf 28 Biografia di Russell: https://it.wikipedia.org/wiki/Bertrand_Russell 29 Filosofia “Atomisti Greci”: http://www.treccani.it/enciclopedia/atomismo_(Dizionario-di-filosofia)/

In esso è mostrato come il teorema di Gauss( 30)(31) può spiegare non solo il campo gravitazionale NON ordinario al centro di un pianeta, ma anche al centro di una galassia. Si veda in particolare il modello fluido dinamico di Lin e Shu( 32)//Furono due astronomi americani, Lin e Shu, che nella metà degli anni 60 proposero una teoria rivoluzionaria e ampiamente accettata per la formazione e l’esistenza dei bracci a spirale: la teoria delle onde di densità. //, in cui mutando le densità anziché impostare una sola densità omogenea si può trovare il perché la velocità -in specie della galassie lontane- tende a essere circa costante come se vi fosse “massa aggiuntiva” che <<però non=”” è=”” visibile=””>>! .. nelle osservazione astronomiche e per tale ragione è detta dark matter, o materia oscura. Al link già detto e che ripeto: http://www.danielegasparri.com/Italiano/libri/galassie/capitolo_galassie.pdf Daniele Gasparri mostra, in Fig 4.5 e Fig. 4.6 come il comportamento di una galassia possa rispettare proprio la matematica di Gauss e quindi aversi una velocità a decrescere nei sistemi planetari ordinari (Fig. 4.4), mentre su fattori di scala di livello delle galassie e anche maggiori, la “velocità periferica” della galassia non solo tenda a rimanere costante -> ma sia misurata in leggero aumento! C’è solo da aggiungere che al primo link sopra citato (pozzo.pdf) che (nel caso di Newton).

Leggete il testo completo scaricando il documento allegato: MATEMATICA UNIVERSI ADIACENTI

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