Mappato il lato B dell’Universo

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La mappa più precisa del lato oscuro dell’universo. Ottenuta osservando 26 milioni di galassie.

E’ stata ottenuta la mappa più precisa di sempre del ‘lato oscuro’ dell’universo, ossia della distribuzione della misteriosa e invisibile materia oscura e quella dell’altrettanto enigmatica energia oscura. Frutto dell’osservazione di 26 milioni di galassie attraverso il progetto internazionale Dark Energy Survey, al quale partecipano oltre 400 ricercatori di tutto il mondo, la mappa è in via di pubblicazione sul sito arXiv. I risultati sono stati presentati in anteprima negli Stati Uniti, nel convegno della Divisione di fisica delle particelle della Società Americana di Fisica organizzato presso il Fermilab di Batavia (Chicago). Un’altra presentazione è in programma il 9 agosto, sempre negli Stati Uniti, a Columbus (Ohio).

Le misure, che si riferiscono all’attuale universo con i suoi quasi 14 miliardi di anni, indicano una distribuzione di materia ed energia oscure sovrapponibili (con un margine di errore di solo il 7%) a quella prevista dal modello teorico basato sulla foto dell’universo bambino scattata nel 2010 dal satellite Planck, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

“E’ un risultato impressionante”, ha detto il vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Antonio Masiero: “è come avere la fotografia di un bambino scattata dopo la nascita e poter calcolare l’aspetto che quel bambino potrà avere 100 anni più tardi”.

Entrambe le mappe, quella del baby universo e quella dell’universo attuale, indicano che la materia oscura occupa circa il 26% dell’universo e che l’energia oscura ne occupa il 70%.

“E’ un risultato davvero emozionante”, ha detto uno dei coordinatori del progetto, Scott Dodelson, del Fermilab: “per la prima volta siamo in grado di vedere l’attuale struttura dell’universo con la stessa chiarezza con la quale abbiamo osservato la sua infanzia”. I dati che hanno permesso di ottenere questo risultato si riferiscono solo al primo di quattro anni di osservazioni, condotte con il telescopio Blanco, che fa parte dell’osservatorio Inter-Americano di Cerro Tololo, sulle Ande cilene.

“E’ una dimostrazione di come il modello standard della cosmologia sia in grado di spiegare non soltanto la distruzione di galassie e ammassi di galassie, ma di stabilirne la forma”, ha osservato il vicepresidente dell’Infn. La mappa è stata infatti ottenuta osservando il modo in cui la luce delle galassie è stata ‘deviata’ e modellata dalla presenza della materia oscura. La tecnica che ha permesso di farlo è quella della cosiddetta ‘lente gravitazionale’, il fenomeno che si verifica quando la luce di un corpo celeste viene deviata dalla presenza di un campo gravitazionale.

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