In Olanda l’elaborazione dei primi due mesi di sviluppo del feto basato sull’analisi di circa 15.000, tra embrioni e campioni di tessuti.
I primi due mesi dello sviluppo umano prendono forma grazie alle tecniche digitali con una capacità di zoom sul dettaglio mai ottenuta prima. E’ il primo atlante digitale, in 3D e interattivo dell’embrione, basato sull’analisi di circa 15.000, tra embrioni e campioni di tessuti. E’ il risultato, pubblicato su Sciencee riassunto sul sito della ricerca, del lavoro di un’équipe di ricercatori del Centro Medico Accademico di Amsterdam, coordinati da Bernadette de Bakker. Questo nuovo strumento, secondo gli autori, potrebbe diventare un prezioso riferimento per i ricercatori che studiano lo sviluppo umano e le malattie legate a esso.
Un risultato eccezionale, se si pensa che il grado di dettaglio necessario per ricostruire un embrione in 3D è attualmente impossibile da ottenere con tecniche non invasive. Per realizzarlo, gli studiosi hanno analizzato i campioni di tessuti embrionali conservati presso la Carnegie Institution di Washington.
L’atlante mostra i complessi cambiamenti che si verificano durante questo periodo e permette di concentrarsi su un organo o tessuto specifico. In particolare è possibile osservare i cambiamenti che avvengono in circa 150 organi e tessuti. Per esempio ‘fotografando’ passo dopo passo la formazione dei reni e degli organi sessuali, è stato possibile anche sciogliere alcuni dubbi che ancora persistevano su come questi organi migrano fino a raggiungere la posizione definitiva.
Il modello digitale ha permesso inoltre di identificare anche tutte le differenze tra lo sviluppo dell’embrione umano e quello del topo e del pollo, che sono spesso utilizzati come modelli per studiare lo sviluppo embrionale dei mammiferi.
Lascia un commento