L’elettrone che pensa: gli infiniti universi insiti dentro il nostro.

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La fisica quantistica ci ha dato modo di scoprire un universo microscopico totalmente diverso da quello in cui viviamo noi, un universo in cui pressoché tutte le leggi e le conoscenze della fisica classica -che ha portato enormi conoscenze scientifiche e che impeccabilmente non sbagliava nelle sue scoperte e descrizioni tramite dati e calcoli- non è applicabile. Ammettendo che nel nostro infinito universo “macroscopico” è insito un altro universo (suddetto universo microscopico) ,quest’ultimo per semplice sillogismo, dev’ essere anch’esso infinito. Un’ infinito universo microscopico in cui le leggi che regolano la nostra naturale vita quotidiana non esistono, un altro infinito spazio dentro il nostro già infinito spazio, in cui tutto si regola con principi, leggi e “modi di agire” totalmente diversi dai nostri.

Da ciò dobbiamo ammettere l’esistenza di “individui del macroscopico” e “individui del microscopico” (ellettroni, neutroni e via dicendo), poiché non solo viviamo in uno stesso infinito spazio, siamo anche fatti veramente della stessa sostanza che è la materia. in tal modo possiamo confutare quasi tangibilmente che così come noi (fatti di materia, viventi in un infinito spazio in cui ci muoviamo per non si sa quale scopo ultimo) siamo dotati di pensiero, anche gli atomi e i loro componenti (fatti anch’essi di questa stessa nostra materia) sono dotati di pensiero.

La fisica quantistica ci da degli accenni di quello che sembra la veridicità di questo concetto. Ipotizziamo, seguendo le scoperte degli esperimenti della fisica quantistica, un esempio supponendo che l’elettrone sia un’entità umanoide simile a noi. Quali capacità avrebbe tale elettrone in più delle nostre?:

Innanzitutto sappiamo che egli potrebbe passare attraverso le cose; per muoversi egli potrebbe “scomporsi” in onde o muoversi da singolo individuo; se osservato o messo sotto luce esso potrebbe cambiare la sua configurazione di movimento; egli avrebbe una pseudo-conoscenza del passato e del futuro.

Cerco di spiegarmi meglio: alla luce della fisica quantistica, il nostro “elettrone umanoide” deve essere considerato, anzitutto, dotato d’ intento. Utilizziamo l’esperimento della doppia fenditura per comprendere tale affermazione, esperimento che il grande R. Feymann era solito considerare come la chiave per la comprensione della meccanica quantistica: l’esperimento viene condotto sulla falsa riga di quello di Young, disponendo una lastra opaca con due fenditure (di opportuna larghezza) tra una sorgente di luce e una lastra fotografica. A differenza dell’esperimento di Young del 1801, questa volta si adottano lastre molto più sensibili di quelle disponibili  nell’Ottocento, degli schermi rivelatori moderni , e una sorgente di luce o elettroni talmente debole da emettere esattamente un unico fotone o elettrone per volta. Inizialmente “sparati gli elettroni o fotoni” verso la lastra, si nota che nello schermo si formano singoli punti luminosi che indicano un comportamento corpuscolare (non ondulatorio). Da questo esperimento, i fisici, hanno cominciato a notare che aumentando man mano il numero di elettroni sparati apparentemente in distribuzione caotica, constatiamo che si vengono a formare delle “frange di interferenza”, un vero e proprio comportamento ondulatorio e non corpuscolare! Stessa cosa accade per particelle di maggiore dimensione, cosa che dimostra inequivocabilmente la verità del dualismo corpuscolo-onda della materia e della radiazione elettromagnetica! L’elettrone è contemporaneamente onda e corpuscolo! Altra informazione caratteristica ricevuta da tale esperimento, è la mancanza di conoscenza della fenditura da cui è passata la particella, particella che peraltro se osservata o illuminata “sceglie” il suo comportamento! Con ciò ci sbalordiamo comprendendo che l’osservazione della figura di interferenza (ondulatoria) è garantita solamente nel caso in cui non aggiungiamo strumenti o apparati di misura o osservazione per determinare tale fenomeno. Se si intervenisse, infatti, con un apparato di misurazione mirato a stabilire la fenditura dalla quale la particella passa, come risultato finale avremmo la scomparsa della figura d’interferenza e, conseguentemente, la scomparsa del comportamento ondulatorio della materia. L’elettrone intenzionalmente cambia modalità perchè capisce che è osservato? I fisici Jaynes e Scully hanno commentato scherzosamente queste “bizzarre conclusioni” della fisica quantistica riguardo tali esperimenti considerandoli come “negromanzie medievali”. Certamente la fisica quantistica favorisce ora una concezione “idealistica” in cui gli oggetti esistono in una sorta di stato astratto e ideale, nel modo in cui vedeva già il vescovo Berkeley nel diciottesimo secolo il quale affermò “Esse est percipi”, ovvero “esistere è essere percepito”. Molti altri esperimenti quantistici come quello di Mandel hanno dimostrato che è addirittura sufficiente la conoscenza potenziale che potremmo avere di un sistema a non garantire il risultato univoco dell’ esperimento, come se l’elettrone capisse che vogliamo sapere come si muoverà o dove andrà e per questo motivo scegliesse di non farci vedere il suo duplice aspetto onda-corpo. Il fisico e astronomo James Jeans Asserisce che dopo le scoperte della fisica quantistica “L’universo comincia a sembrare più simile ad un grande pensiero che non a una grande macchina”, ipotesi che certamente Everett (il teorico dei Multiuniversi) avrebbe aggiunto alle sue frasi preferite!

Concludo allora con una affermazione-domanda: la materia pensa in ogni sua forma(?). E non voglio citare principi Cartesiani, Idealisti o Empirici.

Estratto de “La Famiglia Bios” – Valeriano Grassofísica-quantica-686x350Interferenz

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Informazioni su valerianograsso 1 articolo
Diplomato in lingue e turismo attualmente studente nella facoltà di Filosofia di Bologna. Appassionato di creazioni artistiche in generale mi sono sempre distinto soprattutto nella scrittura. Tramite questa mia passione ho avuto grande gratificazione nel vincere in ogni competizione di lettere in cui ho partecipato: tre premi di poesia regionali, un premio regionale di testo descrittivo e uno nazionale di scrittura creativa con annesso filmato ideato, diretto e montato da me.

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