I gemelli identici hanno in comune molto più del Dna. I gemelli identici non sono tali solo nel Dna, ma in modo ancora più profondo, e cioè nell’intera rete di meccanismi molecolari che decide quali geni devono essere attivati. Il fenomeno, chiamato ‘super-somiglianza‘, descritto sulla rivista Genome Biology dal gruppo del Texas Children’s Hospital coordinato da Robert Waterland.
“Le caratteristiche di un singolo individuo – osserva Waterland – non dipendono solo dai geni ereditati dai genitori, ma dall’epigenetica, cioè dai meccanismi molecolari che determinano quali geni debbano essere accesi o spenti nei diversi tipi di cellule”. Per usare una metafora informatica, si può dire che il Dna è l’hardware e l’epigenetica il software che dà i comandi al computer.Lo fa aggiungendo o togliendo ai geni delle specie di ‘etichette’ biochimiche per marcarli e identificare quelli da utilizzare.
Lo studio, condotto su gemelli omozigoti, che hanno lo stesso Dna e sono perciò identici, ed eterozigoti, che hanno Dna diverso. I ricercatori hanno osservato che nei gemelli identici le etichette biochimiche si attaccano ai geni in modo quasi perfetto e non casuale, come si pensava. Un fenomeno che i ricercatori hanno definito di super-somiglianza epigenetica, che non può essere spiegata solo sulla base del Dna condiviso.
E’ come se i gemelli identici ereditassero la ‘memoria molecolare’ di quando erano una cosa sola. La supersomiglianza epigenetica esiste però solo in un piccolo gruppo di geni, molti dei quali sono collegati al rischio di sviluppare diversi tipi di cancro in età adulta, come quello del polmone, prostata e colon retto. “Sulla base di questi risultati – conclude Waterland – bisognerebbe rivalutare gli studi genetici fatti in passato sui gemelli per capire quanto i geni di uno determinassero il rischio di ammalarsi e vedere se la supersomiglianza epigenetica aumenta il rischio di malattie”.
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