Il capo della NASA avverte che la minaccia degli asteroidi è reale: “Si tratta di proteggere l’unico pianeta in grado di ospitare la vita che conosciamo”. L’ amministratore della NASA Jim Bridenstine ha lanciato l’allarme sulla possibilità che un asteroide di grandi dimensioni minacci la Terra.
Parlando alla Conferenza sulla Difesa Planetaria dell’Academy of Astronautics, Bridenstine ha esortato le agenzie spaziali, e gli scienziati in generale, di assicurarsi che il grande pubblico capisca che la minaccia è molto reale e non sta solo l’immaginazione dei soggettisti dei grandi films Hollywoodiani.
“Dobbiamo essere sicuri che le persone capiscano che non si tratta di Hollywood, non si tratta di film“, ha dichiarato Bridenstine alla conferenza, “Si tratta, in definitiva, di proteggere l’unico pianeta in cui, almeno per ora, è possibile la vita, il nostro pianeta, la Terra“.
“Sappiamo per certo che i dinosauri non avevano un programma spaziale, ma noi si, e dobbiamo usarlo“, ha aggiunto Bridenstine, tentando di ritrarre la difesa planetaria allo stesso livello del programma di ritorno sulla Luna. L’amministrazione Trump vuole vedere gli astronauti tornare sulla Luna entro il 2024, con o senza l’aiuto della NASA.
Il pericolo dell’impatto di un impatto di un asteroide sono ben noti. Nel febbraio 2013 un asteroide esplose nel cielo russo. Conosciuto come l’evento di Chelyabinsk, è stato il più grande evento causato da meteoriti in oltre un secolo e ha ferito più di 1600 persone. L’esplosione “rilasciò l’equivalente di energia di circa 440.000 tonnellate di TNT“, secondo la NASA .
“Vorrei poter dire che questi eventi sono eccezionali ed unici”, ha detto Bridenstine durante la presentazione, osservando che si sono verificati tre volte negli ultimi 100 anni. “Ma non lo sono.”
Attualmente sono in corso due missioni incentrate sullo studio degli asteroidi, la sonda OSIRIS-REx della NASA, che ha raggiunto l’asteroide di Bennu nel dicembre 2018, e la navicella giapponese Hayabusa2, che recentemente ha “bombardato” l’asteroide di Ryugu nel tentativo di studiarne la composizione.
Bridenstine ha sottolineato l’importanza scientifica di entrambe queste missioni, ma ha aggiunto che anche la difesa planetaria è una componente importante. “Sì, si tratta di scienza, si tratta di scoperta, si tratta di esplorazione, ma uno dei motivi per cui facciamo queste missioni è che possiamo caratterizzare questi oggetti per proteggere, ancora una volta, l’unico pianeta in grado di ospitare la vita che conosciamo“.
“Dobbiamo usare la nostra tecnologia, utilizzare le nostre capacità per ottenere, in definitiva, molti più dati e dobbiamo farlo più velocemente”, ha affermato Bridenstine.
Per quanto riguarda la difesa planetaria, la NASA sta rilevando e tracciando le traiettorie degli oggetti vicini alla Terra, noti anche come NEO.
Lo scorso giugno, la NASA ha presentato un piano di 20 pagine che descrive i passi che gli Stati Uniti dovrebbero intraprendere per essere meglio preparati per i NEO, asteroidi e comete che arrivano a 30 milioni di miglia dalla Terra. Lindley Johnson, l’ufficiale della difesa planetaria dell’agenzia spaziale, ha affermato che il paese “ha già notevoli capacità scientifiche, tecniche e operative” ma implementare il nuovo piano “aumenterebbe notevolmente la prontezza e il lavoro della nostra nazione con i partner internazionali per rispondere efficacemente se dovrebbe essere rilevato il pericolo di un nuovo impatto potenziale da parte di asteroidi “.
Ci sono circa 18.000 NEO conosciuti e quel numero è in costante crescita.
La NASA lancerà un prima missione di test relativa alla difesa dalla minaccia costituita degli asteroidi, la missione DART (Double Asteroid Redirection Test) nel 2022. All’inizio di questo mese, la NASA ha assegnato un contratto da 69 milioni di dollari a SpaceX, la società di esplorazione spaziale guidata da Elon Musk, per il lancio della missione DART.
In questi giorni, scienziati di tutto il mondo stanno conducendo un’esercitazione che mostra ciò che le varie agenzie globali farebbero nel caso di una potenziale collisione di asteroidi. Per la prima volta, l’esercitazione viene svolta sui social media. Gli aggiornamenti sull’ipotetico evento verranno condivisi sull’account Twitter ESA Operations fino al 3 maggio.
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