In molti casi è impossibile proporre immagini come quelle richieste, e non per scelta ma semplicemente perché, senza un opportuno trattamento, non si vedrebbe alcunché. È il caso, per esempio, di oggetti oscurati dalla polvere, osservabili magari soltanto a frequenze infrarosse. O della celebre “fotografia del buco nero”, divenuta celebre, per l’appunto, proprio per l’incredibile ingegno e il lunghissimo processo di elaborazione richiesti per rendere visibile l’invisibile per antonomasia.
Ma a volte si può. È il caso delle due immagini che vedete qui sopra (cliccare per ingrandire). Mostrano così come Natura l’ha fatta la più grande vicina galattica della Via Lattea: M31, meglio nota come galassia di Andromeda. La foto n particolare, ce la fa vedere così come l’ha registrata una fotocamera digitale, con tutte le sue imperfezioni, con una lunga esposizione del trafficatissimo cielo notturno.
In realtà un minimo di elaborazione c’è comunque: l’immagine è la somma di una “pila” di 223 scatti, ciascuno con un’esposizione di 300 secondi, presi l’anno scorso in Portogallo dal giardino di un osservatorio astronomico. Balza subito agli occhi la presenza di tracce di luce in linea retta lasciate da aerei e satelliti, di brevi scie di raggi cosmici e di pixel difettosi.
Astronomy Picture of the Day
Discover the cosmos! Each day a different image or photograph of our fascinating universe is featured, along with a brief explanation written by a professional astronomer.
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