La curva spazio-tempo si espande oltre i limiti dell’Universo

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Dov’è il confine dell’Universo osservabile? Cosa c’è oltre? Parlare di universo in espansione e di “confini dell’Universo” è difficile: effettivamente se molti credono che il cosmo sia infinito, in che senso esistono dei confini?

Qualcosa che non ha limiti potrebbe avere dei confini? “Se l’Universo si sta espandendo”, quindi, “in cosa si sta espandendo?”, si chiede Marcus Chow su Science Focus.

Nel 1915, alla fine della Prima Guerra Mondiale, la teoria della gravità di Albert Einstein venne applicata alla più grande fonte di massa gravitante conosciuta: ovvero l’Universo. La teoria di Einstein mostrava che questo vasto spazio non poteva essere fermo, ma doveva essere in movimento: in espansione o in contrazione.

Partendo da questo concetto, nel 1929, l’astronomo americano Edwin Hubble scoprì che le galassie si allontanano l’una dall’altra. Questo, in poche parole, è ciò che intendiamo per espansione dell’Universo: ovvero che la distanza tra le galassie sta crescendo. Parlare di confini non è semplice, soprattutto perché non conosciamo la forma del cosmo.

La teoria di Einstein ne descrive tanti tipi: potrebbe esistere un luogo che va avanti all’infinito e che non ha confini, o uno che si incurva su se stesso come una sorta di “palloncino” che si gonfia sempre di più e guadagna superficie. Nel frattempo, poiché sappiamo che il cosmo è nato 13,82 miliardi di anni fa durante il Big Bang, possiamo quindi vedere solo quelle galassie la cui luce ha impiegato meno di 13,82 miliardi di anni per raggiungerci.

Queste galassie esistono in una sfera di spazio centrata sulla Terra che chiamiamo “Universo osservabile” in un’area di circa 92 miliardi di anni luce… ma nel frattempo il cosmo si sta “gonfiando” molto più velocemente della velocità della luce nella sua prima frazione di secondo di esistenza.

Sappiamo che ci sono forse un numero infinito di galassie oltre l’orizzonte cosmico, ma la loro luce semplicemente non ha ancora avuto il tempo di raggiungerci.

FONTE: sciencefocus

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