Il cervello è necessario ma non sufficiente a spiegare la coscienza.

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Il cervello è necessario ma non sufficiente a spiegare la coscienza. La neuroscienza e la clinica lo confermano
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La neuroscienza e la clinica lo confermano. La coscienza dentro e oltre il cervello.

«Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Se’ o dell’Anima dell’uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo.» (C.G.Jung)

«La coscienza non è riducibile a eventi neurali. Il significato del messaggio non sarà mai trovato nella chimica dell’inchiostro.»  (Roger Sperry, Nobel per la neurofisiologia)

La mente non è strettamente correlata al cervello e al suo funzionamento.
Come riporta il titolo di un interessante libro sul tema del neurochirurgo Massimo Gandolfini

Il cervello è organo necessario ma non sufficiente a spiegare la coscienza”

Cervello Anima Coscienza Paolo Legrenzi Carlo Umiltà quote
Paolo Legrenzi & Carlo Umiltà, dal libro “Perché abbiamo bisogno dell’anima. Cervello e dualismo mente-corpo”
L’intero mondo antico lo ha sempre saputo, oggi noi lo stiamo lentamente accettando grazie ai risultati empirici e i nuovi paradigmi della neuroscienza contemporanea e della psicologia [Gallese; K.Pribram & Bohm; Sheldrake; S.Hameroff; C.G.Jung; Zylberbaum, etc].

Studiosi come Hameroff & Penrose, o Karl Pribram, hanno elaborato alcuni dei paradigmi attualmente più accreditati per quanto riguarda il possibile funzionamento del sistema cervello/psiche.
Ma nonostante ciò, in ancora moltissimi ambiti accademici di Psicologia e Medicina, gli “addetti” sembrano non esserne minimamente a conoscenza, continuando a insegnare e divulgare ciò che hanno studiato 20-30 anni fa attraverso i vecchi paradigmi  meccanicistici/riduttivi, gli stessi paradigmi che sono attualmente sempre più in disuso e incompatibili con la recente ricerca empirica e fenomenologica provenienti dai campi quali la neuroscienza, la psicologia e la fisica.

Qui di seguito troverete un piccolissimo assaggio (video) proveniente dal campo della ricerca in ambito neurofisiologico e psicologico. A parlare è il dott. Bruce Greyson, Psichiatra noto, in questo stralcio di un convegno del 2008, ci lascia una piccola panoramica delle NDE (Near Death Experience – Esperienze Pre-Morte) in pazienti tenuti sotto osservazione. I dati sono abbastanza aggiornati.

Da tali studi derivano conseguenze epistemologiche imprescindibili per qualsiasi studio futuro del fenomeno della coscienza, che, come dimostra la letteratura più aggiornata, questa “coscienza” sembra essere “non-locale” (vedi Pribram, Hameroff e Penrose)

Bruce Greyson Near Death Experience

«[…] Si sapeva infatti che la coscienza era un epifenomeno dell’attività elettrico-chimica cerebrale, e che in assenza di attività cerebrale non poteva esserci nessuna forma di coscienza. Tuttavia, i recenti sviluppi delle tecniche di rianimazione, che hanno permesso di “riportare in vita” pazienti dichiarati clinicamente morti, hanno aperto inquietanti interrogativi riguardo i rapporti tra cervello e coscienza. […] La cosa più inquietante è che alcuni pazienti ciechi, hanno riferito e descritto con accuratezza oggetti ed eventi accaduti durante la loro NDE. »

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