Lo studio. La meta-analisi include 17 articoli (riferiti a 13 diversi studi) e una coorte totale di 806 partecipanti con un’età media di 63 anni e sei categorie di tumori (tumore del colon, resezione epatica per malattia metastatica colorettale e cancro esofageo, polmonare, orale e prostatico). I ricercatori hanno cercato di capire se l’esercizio preoperatorio fosse vantaggioso per i pazienti oncologici sottoposti a intervento chirurgico, in particolare per quanto riguarda le complicanze postoperatorie, la durata della degenza ospedaliera e la qualità della vita.
I benefici. Negli studi presi in considerazione dalla meta-analisi, la durata dell’esercizio preoperatorio variava da 1 a 4 settimane, ma la maggior parte dei pazienti ha partecipato a un programma di 2 settimane. “I dati che abbiamo raccolto suggeriscono che l’esercizio riduce i tassi di complicanze e la durata della degenza in pazienti con cancro ai polmoni – ha spiegato l’autore principale, Daniel Steffens, del Surgical Outcomes Research Center presso l’Università di Sydney. “Ma per altri tipi di cancro, sono necessarie ulteriori ricerche e studi controllati randomizzati ben progettati”.
Il parere dell’esperto. Come mai questo nesso tra intervento chirurgico per tumore del polmone e attività fisica? “Questa ricerca – spiega Francesco Cognetti, Direttore della Oncologia Medica del Regina Elena e presidente della Fondazione Insieme contro il cancro – è una ulteriore evidenza che si aggiunge a quello che sappiamo già da tempo grazie e cioè che il movimento, di qualunque tipo, gioca un ruolo importante non solo nella prevenzione del rischio di insorgenza dei tumori in generale, ma anche nella riduzione delle complicanze che possono verificarsi in seguito ad un intervento chirurgico”.
Il ruolo delle citochine. L’effetto è dovuto probabilmente al fatto che l’attività fisica, specie quella di tipo aerobico, migliora la capacità funzionale dei polmoni: “Inoltre – prosegue Cognetti – l’attività fisica attiva alcune sostanze che sono determinanti per i processi di cicatrizzazione post-intervento. Per esempio, si è visto che il movimento riduce il rilascio delle citochine pro-infiammatorie e questo accelera la guarigione”. E poi ci sono gli effetti sull’umore: “Un soggetto che è allenato – sottolinea l’esperto – ha un tono dell’umore migliore grazie al rilascio di endorfine, i cosiddetti ormoni del benessere, dovuto proprio al movimento e quando un paziente ha un atteggiamento positivo questo incide anche sul processo di guarigione”.
Gli effetti sugli altri tumori. Per il momento, i ricercatori hanno trovato evidenze più forti solo per i pazienti sottoposti a resezione polmonare. In questo studio, invece, l’esercizio fisico non serviva a ridurre la degenza tra chi si operava di cancro all’esofago e nei pazienti con metastasi al fegato, al colon o al colon-retto. Qualche miglioramento si è visto anche nei pazienti con tumore del cavo orale o della prostata nei quali l’esercizio fisico migliorava la qualità della vita post-operatoria.
Pazienti più attivi prima e dopo l’intervento. “I tassi di sopravvivenza tra i pazienti sottoposti a chirurgia per un tumore primario o per una recidiva sono migliorati molto negli ultimi anni – spiega Steffens. Tuttavia, il numero di complicanze post-operatorie importanti, con degenze più lunghe, è ancora alto”. Per questo, “i medici dovrebbero consigliare ai pazienti di essere più attivi nel periodo pre-operatorio e in generale i pazienti dovrebbero fare più attività fisica”, consiglia l’esperto, sottolineando che non ci sarebbero controindicazioni nell’incrementare in maniera controllata l’attività fisica sia prima che dopo l’operazione.
I prossimi studi. Secondo Hossein Borghaei, del Dipartimento di Oncologia Medica Toracica al Fox Chase Cancer Center di Philadelphia, a partire da questi risultati dovrebbero essere condotti nuovi studi clinici randomizzati per quantificare meglio i benefici dell’attività fisica pre-operatoria nei pazienti con tumore del polmone. Tra quelli in corso, ci sono lo studio PUREAIR, rivolto ai pazienti con cancro del polmone in fase iniziale che unisce un mix di riabilitazione domiciliare e ambulatoriale, e uno studio francese che valuterà l’efficacia di un programma di esercizio domiciliare per raggiungere obiettivi funzionali post-operatori specifici.
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