Gli studiosi del Regno Unito hanno messo a punto un prototipo di batteria con durata potenzialmente ‘eterna’, attraverso il recupero e lo stoccaggio sicuro delle scorie radioattive. Grazie alla struttura del diamante che racchiude le radiazioni.
Diamanti generati da scorie radioattive. L’idea arriva dall’Università di Bristol dove hanno pensato di ottenere diamanti artificiali dai gas radioattivi, per poi trasformare la radioattività in energia elettrica. Ci si guadagnerebbe due volte, nota il geochimico Tom Scott: da una parte si gestisce il problema dei materiali pericolosi, e dall’altra si creano batterie di lunghissima durata.
Scott e suoi colleghi hanno creato un prototipo usando il Nickel-63, la cui emivita è di circa 100 anni. “Ciò significa che dopo un secolo la batteria avrebbe ancora il 50% di carica disponibile. Si tratterebbe però di recuperare le decine di migliaia di tonnellate di Carbonio-14 lasciate indietro dalle centrali nucleari (circa 95mila solo nel Regno Unito). Parliamo di un materiale con un’emivita di circa 5.730 anni.
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