Detriti spaziali con lo scoppio di un vecchio razzo russo

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Ancora detriti spaziali: un vecchio razzo russo si è frammentato in decine di pezzi. Il terzo stadio di un grande razzo russo lanciato diversi anni fa si è frammentato per cause ancora sconosciute, formando decine di nuovi detriti spaziali.

L’Agenzia Spaziale Russa ha fatto sapere che uno stadio di un razzo che era stato lanciato anni fa, e che era ancora in orbita terrestre, è andato distrutto. In altre parole, nuovi detriti spaziali vanno ad aggiungersi alla già ricca e problematica spazzatura spaziale che circonda il nostro Pianeta. Più precisamente si tratta del terzo stadio del Fregat-SB, un grande razzo impiegato per collocare il satellite scientifico Spektr-R in orbita terrestre nel 2011 (satellite ora non più in uso).

La frammentazione è avvenuta l’8 maggio 2020 alle 8:00 ora italiana, mentre l’oggetto si trovava sopra l’Oceano Indiano. L’Agenzia Spaziale Russa ha fatto sapere che ora sta verificando il numero dei detriti che si sono formati e le traiettorie che stanno seguendo. Secondo i dati acquisiti dal 18° Space Control Squadron, un’unità americana che traccia i detriti spaziali, sembrerebbe che il razzo si sia spaccato in almeno 65 pezzi.

Il satellite NanoRack-Remove Debris, impiegato qualche anno fa in una dimostrazione tecnologica che aveva l'obiettivo di usare una telecamera 3D per mappare la posizione e la velocità dei detriti spaziali. | Nasa
Il satellite NanoRack-Remove Debris, impiegato qualche anno fa in una dimostrazione tecnologica che aveva l’obiettivo di usare una telecamera 3D per mappare la posizione e la velocità dei detriti spaziali. | Nasa

Le cause? Sconosciute. Nessuno però al momento è riuscito a capire cosa abbia provocato la frantumazione del Fregat. Un’esplosione interna? Una collisione? Non è ancora noto. A proposito di spazzatura spaziale, stando agli ultimi dati, la quantità di frammenti ammonterebbe a circa 8.000 tonnellate, destinata a incrementarsi in modo esponenziale con il costane aumento di lanci di satelliti grandi e piccoli.

Alcuni detriti hanno dimensioni superiori ai 10 centimetri ed è possibile intercettarli. Altri, invece, hanno dimensioni inferiori e questo li rende molto difficili da individuare e seguire nel tempo. Ovviamente il rischio maggiore, in questi casi, è la collisione con un satellite ancora funzionante oppure con la Stazione spaziale internazionale: in certe condizioni le conseguenze potrebbero essere anche gravissime.

I precedenti. I casi di incidenti tra detriti e satelliti sono già diventati realtà. Il 10 febbraio 2009  il satellite ormai morto Cosmos 2251 ed il satellite operativo Iridium 33 si sono scontrati a 789 chilometri di quota ad una velocità di impatto relativa di circa 11,7 chilometri al secondo, circa 42.120 chilometri orari. Entrambi i satelliti sono andati distrutti. La collisione ha prodotto una notevole quantità di detriti, si stimò circa 1.700. Un altro scontro si ebbe il 22 gennaio 2013 tra un pezzo di satellite cinese Fengyun 1C esploso con il satellite BLITS del peso di 7,5 chilogrammi, utilizzato per esperimenti di riflessione di raggi laser.

Questa animazione realizzata dall’Agenzia spaziale europea, ci offre una visualizzazione efficace e intuitiva della mole di spazzatura spaziale che “vola” sulle nostre teste:

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