Dal Giapone una tavola periodica elementi basata sui protoni

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In Giappone nuova rivoluzionaria concezione della tavola periodica. I fisici dell’Università di Kyoto ne elaborata una non basata non sul numero di elettroni nell’atomo, come quella elaborata nel 1869 da Mendeleev, bensì su quello dei protoni nel nucleo.

Una nuova struttura della tavola periodica che sia basata non sul numero di elettroni nell’atomo bensì su quello dei protoni nel nucleo: questo l’obiettivo dei fisici dell’Università di Kyoto, in Giappone, che hanno ideato una nuova prospettiva per guardare agli elementi base della materia. Lo studio, pubblicato sulla rivista Foundations of Chemistry, rivoluziona la classica struttura elaborata nel 1869 da Dmitri Mendeleev e propone un nuovo modello, disponibile anche in 3D.

I 150 anni della tavola periodica degli elementi. "E' l'alfabeto per capire la materia"“La tavola periodica degli elementi è uno dei risultati più significativi nella scienza, ma, per quanto intuitiva, la sua concezione si basa su un’idea limitante, perché gli atomi sono composti da due tipi di particelle cariche che caratterizzano gli elementi: non solo gli elettroni negativi che orbitano attorno al nucleo, ma anche i protoni positivi che si trovano nel nucleo stesso”, spiega Yoshiteru Maeno dell’Università di Kyoto, riconoscendo la lungimiranza di Mendeleev nell’aggiungere spazio per i nuovi elementi che dovevano essere ancora scoperti.

“Fondamentalmente la concezione del 1869 si basa sul numero degli elettroni presenti in un atomo, e gli elementi considerati stabili sono quelli in cui le cariche negative hanno completato la struttura di orbite attorno al nucleo: due nella prima orbita, e otto dalla seconda in poi. I ‘gas nobili’ infatti sono quelli che non interagiscono con altri elementi perché non hanno bisogno di cedere o acquisire elettroni dato che tutte le posizioni nell’orbita più esterna sono occupate”, continua Maeno, riportando l’esempio di elio (2 elettroni), neon (10 elettroni) e argon (18 elettroni), i primi tre gas nobili della tavola periodica.

Chimica, così "Nature" celebra le scienziate pioniere della Tavola periodica“Lo stesso principio può essere applicato anche ai protoni. Anche queste cariche positive possono raggiungere la stabilità del nucleo, scoperta che nel 1963 valse il premio Nobel per la fisica a Maria Goeppert-Mayer per aver proposto la struttura a guscio del nucleo atomico”, aggiunge Maeno, spiegando che Nucletouch evidenzia queste informazioni fornendo una nuova prospettiva sugli atomi e dando rilevanza ai nuclei stabili, quelli cioè che non tendono a perdere protoni. Tra gli elementi di questo tipo l’elio (2 protoni), l’ossigeno (8 protoni), o il calcio (20 protoni).

“Nella nostra tavola periodica nucleare, vediamo anche che i nuclei tendono ad avere una forma sferica vicino alle situazioni di stabilità, mentre si deformano allontanandosi da questa conformazione. Speriamo che appassionati e accademici troveranno utile questa nuova concezione”, conclude Kouichi Hagino, collega e coautore di Maeno.

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