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Con l’arrivo dei Sexy Robot ci si pone domande di senso Etico

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L’invasione dei “sex robot” è vicina, ma noi non siamo ancora pronti. All’inizio faranno compagnia ad anziani e persone sole, afferma la Foundation for Responsible Robots. Già quattro aziende sono al lavoro per produrre questi automi di piacere. Il prezzo? Dai 5 mila a 14 mila euro.

La marcia dei “sex robot” è già cominciata ed entro pochi anni potrebbe diventare un’invasione, ma il mondo non è preparato ad affrontarla. E’ questo l’allarme lanciato dalla Foundation for Responsible Robotics (Frr), una fondazione internazionale che analizza i problemi etici e morali legati alla presenza sempre più diffusa di macchine intelligenti tra gli esseri umani. Almeno quattro aziende producono già dei robot in tutto simili a uomini e donne, anatomia sessuale inclusa, in grado di avere rapporti sessuali con gli umani e anche di interagire parlando autonomamente. La previsione della Frr è che nel giro di un decennio questi strumenti di piacere meccanico non saranno più considerati una forma di feticismo sessuale ma verranno accettati su larga scala.

Da un lato, questa nuova rivoluzione tecnologica potrà portare vantaggi, afferma un rapporto della fondazione pubblicato stamane dal Daily Telegraph di Londra: per esempio offrendo compagnia e terapia sessuale a persone anziane, sole e disabili; ma pure consentendo a una coppia separata geograficamente di continuare ad avere rapporti sessuali con l’aiuto di un robot che replichi a distanza le prestazioni dell’uno e dell’altro. Sarebbe perfino possibile, affermano alcuni scienziati, far parlare il robot con la voce dell’uno o dell’altro partner per rendere l’esperienza più verosimile.

Ma i “robot del sesso” presentano anche nuove, complicate problematiche. “Per esempio, vengono già proposti per gli anziani in case di riposo, ma è un’ipotesi che crea possibili controversie”, dice il professor Noel Sharkey, docente emerito di robotica e intelligenza artificiale all’università di Sheffield e co-fondatore della Frr. “Se una persona soffre di Alzheimer, potrebbe non essere in grado di distinguere fra un robot e un essere umano. Come società abbiamo bisogno di valutare questioni di questo genere, considerando la possibilità di regolamentare un settore nuovo e in rapido sviluppo”.

Altro problema: chi usa o “sex robot” potrebbe diventare gradualmente sempre più socialmente isolato o addirittura avere una forma di dipendenza. “Il che è molto triste e pericoloso, perché la gente potrebbe amare una creatura artificiale senza venire corrisposti, poiché al suo meglio un robot può soltanto fingere un sentimento o un desiderio”. Romanzi e film di fantapolitica, come il recente “Ex-machina”, naturalmente tenderebbero a smentirlo, sostenendo che anche un robot dotato di intelligenza artificiale può sviluppare sentimenti e ragionamenti del tutto autonomi. La scienza, tuttavia, almeno per il momento la vede diversamente.

E ci sono problemi ancora più preoccupanti. Alcune compagnie del settore stanno creando robot sessuali con una personalità “timida” o “riluttante”, in modo che coloro che li acquistano possano pensare di costringere i robot a fare sesso. Roxxxy Gold, nome di una “sex robot” fabbricata dalla TrueCompanion, può essere trasformata nel personaggio di “Frigid Farah”. E l’azienda giapponese Trottla ha iniziato a produrre bambole-robot a grandezza naturale in uniforme da scolarette rivolgendosi specificatamente a un pubblico di pedofili. Lo stesso fondatore della Trottla, Shin Tagaki, ha confessato di essere un pedofilo, dichiarando però di non avere mai abusato di ragazzine perché usa al loro posto delle bambole robot.

Qualche esperto ritiene che un sistema simile servirebbe a prevenire stupri ed abusi di donne o minori, ma il rapporto della Frr ammonisce che al contrario potrebbe aumentare la pedofilia e le violenze sessuali. “Affrontare la pedofilia con i robot del sesso è un’idea dubbia e rivoltante”, commenta il professor Patrick Lin, docente di etica robotica al California Polytechnic. “Proviamo a immaginare cosa succederebbe se il razzismo venisse affrontato permettendo a bianchi di maltrattare, discriminare o picchiare un robot nero. Funzionerebbe come antidoto al razzismo? Probabilmente no”.

Gli autori del rapporto affermano che nel prossimo futuro potrebbe diventare necessario “criminalizzare lo stupro robotico” e fornire i sex robot di sensori, come quelli che facevano andare in tilt un flipper se scosso troppo forte – per impedire che chi ne fa uso faccia ricorso a tendenze sessuali violente. Gli scienziati chiedono inoltre un bando totale di bambole o robot sessuali “bambine”. E’ ora di cominciare a parlarne, avverte la Frr, per non farsi cogliere impreparati quando diventerà un fenomeno di massa. Lo studio indica che due terzi degli uomini e il 30 per cento delle donne sono a favore dei “sex robot”, che attualmente costano da 5 mila a 14 mila euro, prezzo destinato a scendere di pari passo con l’aumento della produzione.

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