Come un buco nero deforma la forza gravitazionale

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La Nasa mostra la forza deformatrice della gravità del buco nero. Realizzata da Jeremy Schnittman, la rappresentazione mostra in che modo il campo gravitazione del corpo celeste distorce il tempo e lo spazio.

Lo scorso aprile è stata pubblicata la prima fotografia di un buco nero, ottenuta grazie alla collaborazione scientifica di Event Horizon Telescope e svelata nel corso delle conferenze stampa svolte a Bruxelles, Lyngby, Santiago, Shanghai, Tokyo, Taipei e Washington. Lo storico scatto ha permesso alla comunità scientifica di scoprire che l’aspetto di questi misteriosi corpi celesti è simile a una sorta di “anello di fuoco”.

A distanza di alcuni mesi dall’evento, la Nasa ha pubblicato sul proprio sito ufficiale e su Twitter una ricostruzione in 3D che mostra in che modo il campo gravitazionale di un buco nero distorce la visione degli osservatori. “Queste ricostruzioni ci aiutano a capire cosa intendeva Einstein quando affermava che la gravità deforma lo spazio e il tempo”, spiega Jeremy Schnittman, l’autore della ricostruzione. “Fino a poco tempo fa queste ricostruzioni potevano essere realizzate solo utilizzando dei programmi per computer. Non credevo che sarebbe mai stato possibile vedere un vero buco nero”.

La rappresentazione del buco nero realizzata dalla Nasa (NASA’s Goddard Space Flight Center/Jeremy Schnittman)
La rappresentazione del buco nero realizzata dalla Nasa (NASA’s Goddard Space Flight Center/Jeremy Schnittman)

Le caratteristiche della ricostruzione tridimensionale del buco nero

La ricostruzione in 3D simula l’aspetto di un buco nero in cui la materia attratta dal suo campo gravitazionale si è raccolta in una struttura calda e sottile nota come disco di accrescimento. La gravità del corpo celeste devia la luce emessa da varie regioni del disco, dando così vita a una forma distorta. All’interno della struttura dei nodi luminosi si formano e si dissipano costantemente.

Nelle vicinanze del buco nero, il gas orbita a una velocità prossima a quella della luce, mentre nelle porzioni più esterne procede più lentamente. Questa differenza allunga e spezza i nodi luminosi, creando delle ‘corsie’ chiare e scure nel disco di accrescimento. Se si osserva la struttura di lato, la parte sinistra sembra più brillante di quella di destra. Questa asimmetria scompare quando si guarda frontalmente il disco di accrescimento.

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