Il campo gravitazionale dei due pianeti giganti respinge nello spazio gran parte dei corpi celesti più pericolosi. Ce lo dice una nuova ricerca basata su sofisticate simulazioni al computer. Un giorno il nostro pianeta potrebbe essere colpito da un asteroide proveniente dallo spazio profondo. Uno scenario catastrofico alla Armageddon, che potrebbe davvero portare l’umanità sull’orlo dell’estinzione. Ma a proteggerci da questa sciagura ci sarebbe un invisibile “scudo spaziale” sorretto da Giove e Saturno, i due giganti del Sistema solare. Secondo un nuovo studio infatti, la presenza di questi due pianeti riduce drasticamente il numero di asteroidi che possono raggiungere la Terra e gli altri pianeti interni del Sistema solare. Il campo gravitazionale di questi due giganti devia infatti le traiettorie dei corpi celesti più pericolosi e li espelle verso lo spazio esterno. Si ipotizzava che questo “scudo gravitazionale” fosse dovuto solo a Giove, ma secondo Kevin Grazier del Jet Propulsion Laboratory della NASA, anche Saturno avrebbe un ruolo chiave per la nostra sicurezza. La ricerca, pubblicata su Astrobiology, fornisce un nuovo importante tassello per capire l’evoluzione del Sistema solare e i fattori chiave per lo sviluppo della vita sulla Terra.
“Il concetto di Giove come scudo è nato da una interpretazione errata di un articolo del 1994 di George Wetheril, planetologo della Carnegie Institution morto nel 2006”, commenta Grazier, unico autore dello studio. Wetherill sosteneva che i sistemi planetari popolati da “Giovi falliti”, grandi cioè come Urano o Nettuno, hanno una capacità minore di espellere le comete nello spazio. Le conclusioni di Wetherill erano basate su complesse simulazioni al computer di orbite planetarie.
Conclusioni che però non hanno convinto Grazier fino in fondo, interessato a capire se anche Saturno, di stazza simile a Giove, potesse avere un qualche ruolo in questo scenario. Per questo motivo il ricercatore della NASA, che ha lavorato come consulente a Hollywood per il film “Gravity” o la serie “Battlestar Galactica”, ha sviluppato una nuova serie di simulazioni, per controllare se con i computer più potenti di oggi potevano spuntare fuori risultati nuovi.
Coppia di eroi
Grazier ha quindi simulato le traiettorie di decine di migliaia di asteroidi o comete, collocandoli in una fascia fra Giove e Saturno e studiandone l’orbita per 100 milioni di anni. I calcoli sono stati poi ripetuti eliminando Giove oppure Saturno dalla versione “simulata” del Sistema solare. I calcoli hanno così mostrato che l'”effetto scudo” attribuito a Giove non è corretto, ma che il ruolo chiave è legato all’azione combinata di Giove e Saturno. Grazie a questa coppia di pianeti infatti, gran parte degli asteroidi viene “cacciato via” dal Sistema solare, mantenendo al sicuro il nostro pianeta.
Portatore di vita
Secondo i calcoli di Grazier, Giove avrebbe soprattutto la responsabilità di assicurare lo sviluppo della vita sulla Terra. Il campo gravitazionale gioviano svolge infatti un’azione frenante nel caso dei corpi che riescono a penetrare nelle regioni interne del Sistema solare, permettendo a comete e asteroidi di rilasciare nello spazio acqua e altri composti chimici utili allo sviluppo della vita, che hanno così potuto accumularsi sul nostro pianeta in epoche passate.
“Si tratta di un risultato interessante che può cambiare quello che per molto tempo si era pensato sul ruolo dei pianeti giganti: si ipotizzava che essi potessero proteggere con la loro enorme massa il nostro pianeta”, commenta Amedeo Balbi dell’Università di Roma “Tor Vergata”, “Ora le nuove simulazioni sembrano mostrare che la loro presenza potrebbe invece inizialmente aver favorito le collisioni, che avrebbero quindi depositato materiali preziosi per la vita durante le prime fasi dell’evoluzione terrestre. In un modo o nell’altro, parrebbe proprio che la presenza di pianeti giganti in un sistema planetario possa aver una qualche influenza sulla possibilità della comparsa della vita”.
Baciati dalla fortuna?
La presenza di due “guardiani” come Giove e Saturno sarebbe quindi un altro importante fattore che ha favorito lo sviluppo della vita sulla Terra. In base a quanto sappiamo infatti, sono molte le condizioni necessarie per la vita come la conosciamo. Ad esempio il nostro pianeta si trova nella cosiddetta “fascia di abitabilità”, cioè a una distanza dal Sole dove le temperature consentono la presenza di acqua liquida. Il Sole è poi una stella nel pieno della sua vita “adulta” e quindi stabile per ancora miliardi di anni.
Insomma, la Terra ha tutte le caratteristiche “giuste” per la vita. Siamo davvero così fortunati o è una situazione comune nell’Universo? “Una delle cose che stiamo provando a capire in questi anni, grazie alla scoperta di un gran numero di sistemi planetari attorno ad altre stelle, è proprio se il nostro sistema sia ordinario o abbia caratteristiche eccezionali”, continua Balbi, “Il verdetto non è stato ancora pronunciato, anche se la varietà di mondi che abbiamo scoperto ci ha fatto senz’altro riconsiderare alcune delle cose che davamo per scontato. Nei prossimi anni avremo un quadro più completo e potremo capire se siamo stati molto fortunati o assolutamente mediocri.”
Nel frattempo possiamo dormire sonni tranquilli e non preoccuparci troppo che ci caschi un asteroide sulla testa. Giove e Saturno vegliano su di noi.
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