Causa vento rimandato ad oggi il lancio del satellite Aeolus.

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Aeolus, Re dei Venti, c’è vento: rimandato a mercoledì il lancio del satellite europeo per lo studio dei viventi su scala mondiale. È stato rimandato a mercoledì il lancio del satellite europeo Aeolus, inizialmente previsto per martedì sera alle 23:20 ora italiana sempre dalla base di Kourou, Guyana francese. Motivo: l’eccessivo vento che rischiava di compromettere l’esito della missione. Il satellite Aeolus, che verrà portato in orbita da un razzo vettore di media capacità Vega, europeo anch’esso e spinto dai motori dell’Italiana Avio, che ne cura anche altri aspetti costruttivi e di preparazione.

Quattro metri di altezza, 1.200 chilogrammi il peso del satellite al decollo, cui bisogna aggiungerne altri 200 di carburante, che gli serviranno per le correzioni di orbita.

Ne avrà bisogno perché viaggerà per 3 anni a soli 350 chilometri dalla superficie terrestre, dove l’atmosfera terrestre residuale, anche se di densità bassissima, un po’ tende a frenare per attrito il satellite e, nel tempo, alterare la sua orbita.

Aeolus, dedicato chiaramente al re dei venti, misurerà con una precisione che oggi neppure ci sogniamo direzione e velocità dei venti su scala globale, ossia attorno a tutto il globo. L’accuratezza della misura sarà a meno di un metro o due al secondo fra il suolo e i 15.000 metri. Praticamente il sistema di misura dividerà la Terra in invisibili quadratini di 30 m e misurerà, in profondità, i parametri caratteristici del vento, direzione e velocità in primis.

L’importanza di questo satellite, che forse non è così evidente come nel caso di altri, è notevolissima, dato che i venti giocano un ruolo essenziale nelle previsioni del tempo e nei modelli di clima. Concettualmente il discorso è semplice da spiegare: in una versione super semplificata il clima in maniera preponderante dipende dalla quantità di energia che viene immagazzinata dalla Terra e dalla sua dispersione.

Ora dal Sole noi riceviamo milioni di watt di potenza al secondo, un numero che fa impressione ma che in effetti equivale a una frazione modestissima dell’energia che il Sole stesso irradia in tutte le direzioni. L’energia viene incamerata nei mari, nelle terre emerse e viene anche restituita all’atmosfera, che si mette in movimento portando, come dentro casa nostra specie in cucina, il caldo in alto, alla disperata ricerca di uno stato stabile. Questo determina i movimenti dell’atmosfera e i venti che trasportano quindi quell’energia.

Sapere, con grande accuratezza, come e quanto quest’ energia eolica si disperda è fondamentale ed Aeolus ci permetterà, con la sua enorme mole di dati, di portare le previsioni del tempo a una settimana e ad avere un modello del clima complessivo assai migliore. Inutile dire, in tempi di riscaldamento globale e inquinamento ai limiti, quanto sia importante conoscere al meglio i venti.

Fino a qui tutto bene, ma come si riesce a fare delle misure così accurate, ripetiamo: 1 metro al secondo, stando a 350 chilometri di altezza? Qui torna in gioco il nostro Paese che, in fatto di tecnologia spaziali non teme rivali. Per la difficilissima misura Aeolus farà uso di uno strumento assolutamente innovativo, un lidar atmosferico denominato, Aladin ossia Atmospheric LAser Doppler INstrument, composto da tre elementi principali: un trasmettitore Laser, un ricevitore e un telescopio.

L’Italia, con Leonardo, ha contribuito alla missione con il trasmettitore laser, che è il più potente mai costruito per usi spaziali nelle frequenze ultraviolette.

Se il nome lidar resta un po’estraneo, non deve comunque intimorire, funziona esattamente come un radar ma emette un fascio laser invece che uno radio, come nei comuni radar. Il principio è lo stesso, il fascio incontra il bersaglio e ne viene riflesso, portando indietro informazioni su direzione, velocità

Per capire la difficoltà della costruzione dell’apparecchiatura laser, merito di Leonardo, basta dire che gli 80 elementi ottici che la compongono devono rimanere allineati al millesimo di millimetro nonostante le sollecitazioni del decollo e messa in orbita.

Dal Ponentino alla Bora niente più segreti quindi con questo satellite europeo.

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