Arriva la fine dell’attuale siccità in Italia?

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Cercasi pioggia disperatamente: il meteo di fine estate. Con l’anticiclone Polifemo che in queste ore si abbatterà sull’Italia, dando il via all’ennesima fase calda, con aria nordafricana verso il bacino centrale del Mediterraneo, l’estate sembra non voler finire mai. Ma quanto durerà il caldo e quando inizieranno a cadere le prime piogge? A dare un’indicazione è il sito ‘ilmeteo.it’, secondo il quale l’avvezione di calore portata da Polifemo si protrarrà per il resto di agosto.

Tuttavia, scrivono gli esperti, ci sono delle discordie evolutive, soprattutto per gli ultimi giorni del mese, da parte dei vari centri di previsione. I modelli americani ipotizzano una certa moderata crisi dell’anticiclone dal 29 al 31 agosto con inserimenti di nuclei instabili atlantici e locali temporali su Alpi e Prealpi, anche localmente sulle pianure del Nord e lungo la catena appenninica. Secondo il modello europeo ECMWF, invece, agosto potrebbe trascorrere immune da infiltrazioni di aria atlantica.

POSSIBILE EVOLUZIONE PER FINE MESE – Gli esperti non ipotizzano grossi fastidi instabili fino al 31 agosto, con tempo asciutto e ampiamente soleggiato che continuerà per i prossimi 9/10 giorni, salvo locali temporali, più che altro di calore, sui settori alpini, prealpini e occasionalmente sulla dorsale appenninica.

INIZIO SETTEMBRE PERTURBATO? – Qualcosa di più sostanzioso potrebbe muoversi per gli inizi di settembre. Quindi, dopo aver subito questa ennesima onda calda potremmo attenderci una fase più mite e con maggior rischio di qualche pioggia. Su questa possibile evoluzione settembrina, pare ci sia maggiore convergenza da parte di entrambi i centri di calcolo, sia americani sia europei.

AL NORD – Al momento, le aree che per inizio settembre potrebbero essere con maggiore probabilità interessate da più nubi e piogge, sono quelle settentrionali. Tuttavia, cavi più incisivi e penetranti anche verso il resto del Paese non sono da escludere per il corso della prima decade. Magari questi tagli più meridionali potrebbero essere più rapidi e poco frequenti poiché il quadro complessivo, soprattutto sul centro-sud Italia, continuerebbe a vedere una media predominanza dell’alta pressione.

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