Anche la Voyager 2 raggiunge lo spazio profondo

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La Voyager 2 alle porte dello Spazio Interstellare. Gli strumenti di bordo della Voyager 2 segnalano un aumento di raggi cosmici: dopo 41 anni di viaggio la sonda sta uscendo dall’eliosfera, per entrare nello spazio interstellare.

Il viaggio della Voyager 2 verso lo spazio interstellare prosegue e i suoi strumenti stanno captando un aumento di raggi cosmici. Questo può significare che, come è già successo per la sonda gemella Voyager 1, anche la 2 stia per uscire dall’eliosfera. Tuttavia dalla Nasa fanno notare che la sonda non è ancora entrata nella regione di confine con lo spazio interstellare.

Questa dovrebbe essere la posizione delle due sonde Voyager rispetto all'eliosfera (in grigio e blu), ovvero l'area di influenza del Sole (in giallo). Da notare come l'eliosfera sia schiacciata nella direzione in cui il Sistema Solare si muove orbitando attorno al centro galattico (clicca qui per ingrandire l'immagine).|NASA/JPL-Caltech
Questa dovrebbe essere la posizione delle due sonde Voyager rispetto all’eliosfera (in grigio e blu), ovvero l’area di influenza del Sole (in giallo). Da notare come l’eliosfera sia schiacciata nella direzione in cui il Sistema Solare si muove orbitando attorno al centro galattico (clicca qui per ingrandire l’immagine).|NASA/JPL-Caltech

Esploratori. La sonda, lanciata il 20 agosto del 1977, un paio di settimane prima della Voyager 1, è l’unica ad aver visitato Urano (gennaio ’86) e Nettuno (agosto ’89). Da allora si sta allontanando dal Sistema Solare.

In questo momento si trova a 17,7 miliardi di km da noi, ovvero 118 volte più distante del Sole (118 UA, unità astronomiche). Dopo la Voyager 1, è l’oggetto costruito dall’uomo più lontano dalla Terra.

Ultima frontiera. Dal 2007 la Voyager 2 si trova nella zona più esterna dell’eliosfera, ovvero la “bolla” che circonda il Sistema Solare e in cui domina il vento solare (le particelle emesse dal Sole). Il “bordo” dell’eliosfera è l’eliopausa: oltre questo confine regna il mezzo interstellare, ovvero il gas molto rarefatto che riempie lo Spazio fra una stella e l’altra.

23 marzo 1977: test sui sistemi della Voyager 2. | NASA/JPL-Caltech
23 marzo 1977: test sui sistemi della Voyager 2. | NASA/JPL-Caltech

Tra il 2012 e il 2016 l’eliopausa è stata superata dalla Voyager 1. Qualche mese prima di attraversare ufficialmente il confine, anche lei aveva rilevato un aumento di raggi cosmici, ovvero particelle ad alta energia che hanno origine al di fuori del Sistema Solare. Fortunatamente per noi (per “la vita sulla Terra“), l’eliosfera respinge parte di queste particelle extrasolari. È per questo che, ora che si sta avvicinando al confine, la Voyager 2 ne sta rilevando di più.

Il disco d'oro a bordo delle sonde Voyager | Nasa - Carl Sagan
Il disco d’oro a bordo delle sonde Voyager | Nasa – Carl Sagan

Primi passi nell’ignoto. A distanza di poche settimane, i raggi cosmici sono aumentati del 5%: dalla Nasa, però, credono non sia ancora una prova definitiva dell’imminente transito. La Voyager 2 sta uscendo con una traiettoria diversa rispetto alla Voyager 1; inoltre, complica le cose (e le rende più interessanti) il ciclo di 11 anni di attività solare. La sfera dell’eliopausa si espande e si contrae a causa di questo ciclo, che comprende brillamenti ed eruzioni solari.

«Siamo testimoni di un cambiamento nell’ambiente attorno alla Voyager 2, non c’è dubbio su questo», ha dichiarato Ed Stone, del Caltech, responsabile del progetto Voyager. «Impareremo molto nei prossimi mesi, ma ancora non sappiamo quando arriveremo all’eliopausa: secondo noi ancora non ci siamo, ne siamo abbastanza sicuri.»

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