Galileo è il primo sistema di navigazione satellitare europeo. E’ molto simile in tutto e per tutto al Global Positioning System (Gps) americano, ma molto più preciso. E’ entrato in funzione dal 15 dicembre grazie ai primi 16 dei 30 satelliti della rete
Galileo. Il margine d’errore passa da due metri ai venti centimetri. Facile immaginare cosa questo significhi ad esempio nello sviluppo delle auto a guida autonoma, nell’efficacia dei servizi di salvataggio, nella tracciabilità delle merci e dei veicoli, nell’internet delle cose e in generale in tutti i servizi legati alla geolocalizzazione e in generale nell’uso di una di una mappa per raggiungere un certo luogo.
Una nuova gatta da pelare, questa del malfunzionamento, per l’Agenzia spaziale europea già sotto i riflettori negli ultimi mesi per il flop della
missione ExoMars, a causa dello
schianto della sonda Schiaparelli sulla superficie del pianeta rosso. Questa volta i problemi tecnici interessano strumenti considerati ”molto importanti” per il corretto funzionamento del sistema satellitare concorrente del Gps americano, come ha sottolineato lo stesso direttore dell’Esa, Woerner. Il progetto da circa dieci miliardi di euro è partito in ritardo rispetto al lancio annunciato nel 1999. I 18 satelliti in orbita da dicembre dovranno diventare 30, andando così a completare la rete entro il 2020.
Al momento il sistema non sembra compromesso, fanno sapere dall’Esa, anche perché ciascun satellite funzioni a dovere almeno uno dei 4 orologi in dotazione dovrebbe essere in buono stato. Ogni satellite operativo trasporta due orologi al rubidio e due maser all’idrogeno. I maser all’idrogeno passivi di Galileo sono più o meno un miliardo di volte più precisi di un orologio da polso digitale.
Ora nove orologi su 72 sono in panne (sei maser a idrogeno passivo e tre orologi atomici al rubidio, quindi ciascun satellite può contare su almeno due dei quattro orologi in dotazione. “A oggi – ha spiegato Woerner – proprio grazie al gran numero di orologi, quindi possiamo dire che nessuno dei satelliti della costellazione è del tutto fuori uso”.
Certo, la situazione ”resta delicata” perché, come ha spiegato il direttore in conferenza stampa, l’Esa dovrà stabilire le cause e le possibili soluzioni per ripristinare gli orologi fabbricati da un’azienda svizzera. Per il momento, l’Agenzia spera di non dovere rimandare il lancio dei satelliti che faranno funzionare il sistema di localizzazione ad alta precisione.
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