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Aerei elettrici, ibridi o a energia solare, nel futuro degli aerei di linea

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Aerei elettrici, ibridi o a energia solare, nel futuro degli aerei di linea
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”Entro 10 anni si volerà a batterie”. Il sogno di Wright One, diventare aereo elettrico di linea. Wright Electric, startup statunitense con sede in Massachusetts, sta lavorando al primo modello di aereo tutto alimentato elettricamente e in grado di trasportare fino a 150 passeggeri. Riuscendo a coprire tratte fino a 500 chilometri, come Londra-Parigi e New York-Washington, s’inserirebbe nel segmento di aeromobili come l’Airbus A320 e il Boeing 737. L’unico ostacolo è l’attuale durata delle batterie. Ma i big del settore ci credono, a cominciare da Easyjet.

Si parla tanto di turismo spaziale, di aerei supersonici in grado di collegare un capo all’altro dell’oceano in una manciata di ore, di nuovi sistemi di decollo e atterraggio per aumentare e agevolare i flussi di traffico aereo. Ma, prima di pensare a estremizzare l’innovazione, sarebbe forse il caso di spingere su altri tasti. Perché l’industria aeronautica può ancora dire molto per risolvere problemi ‘ordinari’. Su tutti quello dell’inquinamento dei cieli e, di riflesso, dei costi che gravano sulle compagnie aree (e sui passeggeri). In che modo? Grazie alle rinnovabili. Una cosa che da tempo hanno capito quelli del settore ferroviario e automobilistico. Ma per loro è stato tutto più facile, per gli aerei è un’altra cosa. Come reagireste, però, se qualcuno vi dicesse che tra 10 anni potreste volare tra Parigi e Londra su un velivolo elettrico, alimentato a batterie? Molti penserebbero che si tratti di una cosa praticamente irrealizzabile, una vera scommessa. Ma è proprio questa l’ambizione di Wright Electric, una startup statunitense – con sede in Massachusetts – che sta lavorando al progetto di un aereo di linea, adibito quindi al trasporto di massa, senza serbatoio per il carburante. Sarebbe il primo caso. Sinora, infatti, sono stati tanti i progetti per rendere ecosostenibili i voli; ma si è trattato di visioni che immaginavano cabine in grado di accogliere pochissimi passeggeri.

Con gli aerei elettrici si potranno coprire tratte anche di 500 chilometri. Con Wright One – questo il nome del futuristico aereo, dedicato ai due fratelli pionieri dell’aviazione – si cambia decisamente passo. L’idea è quella di far spostare fino a 150 persone su tratte a corto raggio, al massimo 500 chilometri, su aeromobili completamente elettrici. Potrebbe sembrare poco ma questa distanza rappresenta circa il 30% di tutto il traffico aereo, che si traduce in in milioni di passeggeri ogni anno. Per capirlo basterebbe elencare alcuni ipotetici viaggi che si potrebbero organizzare se l’aereo di linea elettrico diventasse realtà: New York-Boston, Rio de Janeiro-San Paolo, Tokyo-Osaka. Un progetto che, per come pensato, punta a insidiare i grandi colossi dell’aria. Del resto, un aereo che può trasportare quasi 200 passeggeri assomiglia molto a quelli di un segmento importante, che annovera modelli come il Boeing 737 o l’Airbus A320. Aziende che, a loro volta, stanno studiando soluzioni ‘green’ ma che, come detto, per ora sono ancora indietro. Airbus, ad esempio, ha sviluppato nel 2014 un biposto a batterie – chiamato E-fan – e starebbe lavorando al progetto di una aeromobile elettrico (sempre per voli brevi) ma con una capacità massima di ‘solo’ 70-90 passeggeri.

La durata delle batterie il vero nodo da risolvere. Molto del successo dell’iniziativa dipenderà proprio dal cuore del progetto: le batterie. Se, infatti, i progressi della ricerca in questo campo dovessero proseguire con i ritmi di crescita attuali, a quel punto tutto diventerebbe più facile. Per far volare “Wright One”, infatti, servirebbe una capacità energetica di circa 12mila kilowatt (7,500 occorrono solo per l’alimentazione del motore). Ad oggi, però, non esistono batterie in grado di garantire una tale potenza. E poi c’è il problema di sostituire gli accumulatori per far ripartire gli aerei una volta atterrati.
“Il modo in cui abbiamo disegnato il nostro velivolo – spiega Jeff Engler, uno dei fondatori della startup – permetterà di avere gruppi di batterie modulari, pesanti circa 25 tonnellate ma facili da cambiare in pochi minuti, così da evitare lunghi tempi di ricarica negli scali e consentire alle compagnie aree un’alta frequenza di voli”. Solo così “Wright One” riuscirebbe a imporsi sul mercato. Se questa visione dovesse, invece, essere smentita dai fatti c’è già un ‘piano b’: un aeromobile ibrido alimentato da un motore elettrico, comunque più ecologico dei modelli in circolazione.

Con i velivoli elettrici benefici per l’ambiente e per le tasche dei passeggeri. Ma il bassissimo impatto ambientale, con un taglio drastico dell’emissione di gas serra nell’atmosfera (di circa l’80%), non è l’unico grande risultato raggiungibile se il debutto di “Wright One” nei nostri cieli dovesse diventare realtà. A partire dai costi dei biglietti aerei. Il team di sviluppo ha già fatto i conti. Mettendo a sistema il consumo di carburante di un aereo da 150-200 passeggeri per una tratta, appunto, di circa 500 chilometri (600 galloni) e il prezzo medio del combustibile (2,5 dollari a gallone) sono arrivati a stimare che – solo per il carburante – un volo del genere costa attorno ai 1,500 dollari. Con l’elettrico si dimezzerebbero le cifre (si resta sotto gli 800 dollari). Le compagnie risparmierebbero tanto e le ricadute positive sul consumatore finale sarebbero evidenti. I veicoli elettrici, però, sono anche notoriamente silenziosi, permettendo di ridurre l’inquinamento acustico. E per lo smaltimento delle batterie esauste? Hanno pensato pure a questo: ogni modulo d’alimentazione avrà circa 7mila cicli di ricarica.

Grandi nomi sostengono il progetto. Easyjet in prima linea. Utopia? Qualcuno la pensa così. Ma non del tutto, forse, visto che nel progetto ci stanno credendo nomi forti. Il primo è stato Y Combinator, forse il più grande acceleratore di startup della Silicon Valley (e non solo); una factory da cui sono usciti nomi come Airbnb e Dropbox. Ma c’è lo zampino anche della Nasa, dato che il team di progettisti di Wright One si era in precedenza occupato di ricerche sul potenziale degli aerei elettrici proprio per l’Agenzia spaziale nordamericana. C’è, poi, la consulenza di Chip Yates, inventore e pilota, tra i più ferventi sostenitori dei motori ad alimentazione elettrica, detentore del record di velocità nel lontano 2012 col suo velivolo Long-Esa (350 km/h).e vera celebrità per gli amanti del settore. Infine Easyjet che ha puntato la nuova tecnologia, offrendo supporto logistico per sviluppare le strumentazioni e il design dell’aeromobile. Un gruppo di spessore che potrebbe sostenere lo staff di “Wright Electric” a realizzare quello che è il vero sogno: ‘contagiare’ le compagnie del mondo per far sì che, entro 20 anni, tutti i voli a corto raggio vengano effettuati da aerei elettrici.

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