Studente del liceo migliora la formula del teorema di Archimede

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Francesco crea al liceo la formula matematica che supera Archimede. Il 16enne, studente di terzo anno allo scientifico Buonarroti di Monfalcone: «Andrò all’università ma vorrei fare il calciatore».

Per risolvere l’esercizio di matematica della professoressa, calcolare l’area di un segmento parabolico con il teorema di Archimede, ci avrebbe impiegato più di venti minuti. Troppi, secondo il sedicenne Francesco Bulli, che per semplificarsi il compito ha pensato di cercare una scorciatoia: una formula matematica più veloce e automatica ma in grado di arrivare allo stesso risultato. Al momento, sembra essere inedita e sconosciuta ai matematici. «Archimede dice che l’area di un segmento di parabola equivale ai 4/3 dell’area del triangolo iscritto a esso, cioè ai 2/3 dell’area del parallelogramma circoscritto — spiega Francesco, studente della terza Liceo scientifico Buonarroti di Monfalcone —, ma per trovarla il procedimento era lunghissimo. Così sono partito dall’unico dato noto che avevo, i coefficienti della parabola e della retta, e ho ottenuto il risultato con una formula algebrica applicabile direttamente a tutti i problemi dello stesso tipo».

La formula sconosciuta ai matematici

Francesco Bulli, studente di terza liceo scientifico al Buonarroti di Monfalcone
Francesco Bulli, studente di terza liceo scientifico al Buonarroti di Monfalcone

Facile, a dirsi. Ma la formula, segnalata dalla professoressa Caterina Vicentini a due delle riviste più autorevoli del settore, è sconosciuta. La sua dimostrazione è stata appena pubblicata da «MatematicaMente», edita dal professor Luciano Corso, presidente della Società italiana di scienze matematiche e fisiche Mathesis di Verona, e a giugno la si troverà anche su «Uitwiskeling», edita da Michel Roelens. «Per gli allievi più grandi l’area del segmento parabolico è un problema da risolvere con l’uso degli integrali — spiega Roelens, anch’egli matematico — ma Francesco, in terza, ancora non li conosce. La sua è una formula originale. È eccezionale che a scoprirla sia stato un ragazzo così giovane e in maniera spontanea». Un giudizio condiviso anche dal dipartimento di matematica del Politecnico di Milano («è corretta e non ne appare traccia nei formulari matematici», informa il docente Claudio Citrini) e dalla Scuola Normale di Pisa. «In letteratura la formula non si trova — spiega il rettore Luigi Ambrosio, matematico di fama internazionale —. La si può comunque dedurre da quella più nota con semplici passaggi algebrici».

L’insegnante

In 30 anni di insegnamento, Caterina Vicentini non aveva mai incontrato uno studente così talentuoso. «Francesco domina il calcolo algebrico in maniera eccezionale rispetto alla sua età e non ha paura di farsi domande e provare a darsi risposte — racconta —. Un giorno mi si è avvicinato con dei fogli dicendomi che per risolvere il problema bastava la formula che aveva trovato. Ci aveva lavorato una settimana. E io: “Ma Francesco, io questa non l’ho mai vista!”». Per non interrompere la lezione, decide di affiancarlo a un altro studente bravo nel calcolo, Mattia Manara, dandogli il compito di verificarla. «Beh, di errori non ce n’erano — continua Vicentini —. Ho verificato io stessa. Dava sempre il risultato corretto. Il primo brivido per la schiena l’ho avuto allora».

Calcio e violino: le passioni di Francesco

Un ragazzo prodigio, ma non il classico secchione. Francesco è un apprezzato violinista, vincitore di concorsi nazionali e internazionali, e sogna di diventare calciatore. Dopo gli esordi al Torre — squadra del suo quartiere di Pordenone — e la trafila nelle giovanili del Prata-Falchi, dallo scorso agosto milita come difensore centrale nelle giovanili della Triestina. «Per allenarmi mi sono trasferito dalla nonna a Monfalcone, cambiando pure scuola — racconta Francesco —. Ma ne è valsa la pena anche perché ho conosciuto la professoressa Vicentini. Con quello di prima non mi trovavo bene. Lei invece ci tratta da adulti, ci responsabilizza e non è fissata con i compiti». Per le ragazze, invece, «ci sarà tempo». «Mi distoglierebbero dai miei impegni. Per ora voglio fare tutto quello che mi appassiona. Difficile? No, basta volerlo». Detto da lui, sembra la cosa più facile del mondo.

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