Sistema planetario “multipiano” che ruota intorno a tre stelle

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Sistema planetario "!multipiano" che ruota intorno a tre stelle
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Il primo sistema planetario “multipiano”. Intorno a 3 stelle, distanti più di 1.300 anni luce dalla Terra. Individuata la prima nube planetaria ‘multipiano’: il disco di gas e polveri culla di nuovi mondi ruota intorno a tre stelle su orbite molto inclinate, anziché piatte come ipotizzato finora dagli astronomi. Il sistema è illustrato nello studio pubblicato sulla rivista Science dal gruppo internazionale coordinato dall’astrofisico, Stefan Kraus, dell’Università britannica di Exeter.

Il sistema si chiama GW Orionis e si trova a poco più di 1.300 anni luce dal Sistema Solare, nella costellazione di Orione. È stato individuato dallo strumento Sphere del Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), e dai telescopi Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), la rete di 66 antenne nel deserto cileno di Atacama gestite dall’ Eso.

Confronto tra le immagini del disco planetario ottenute da Alma (in blu) e, sulla destra, dello strumento Sphere (fonte: ALMA -ESO/NAOJ/NRAO - ESO/Exeter/Kraus et al.) © ANSA/Ansa
Confronto tra le immagini del disco planetario ottenute da Alma (in blu) e, sulla destra, dello strumento Sphere (fonte: ALMA -ESO/NAOJ/NRAO – ESO/Exeter/Kraus et al.) © ANSA/Ansa

In questo strano sistema stellare triplo gli autori dello studio hanno osservato, in particolare, un disco di formazione planetaria insolitamente deformato dai movimenti delle tre stelle, con un anello disallineato, che contiene polveri con una massa pari a 30 volte la Terra, sufficiente a formare nuovi pianeti.

“Le nostre immagini – ha spiegato Kraus – rivelano un caso estremo in cui il disco non è affatto piatto, ma è deformato e ha un anello disallineato che si è staccato dal disco stesso. Lo strumento Sphere in particolare – ha precisato l’astrofisico – ci ha permesso di vdere per la prima volta l’ombra che l’anello proietta sul resto del disco”.

Gli scienziati ipotizzano che pianeti esterni al Sistema Solare potrebbero, quindi, formarsi da dischi di gas e polveri con strane forme, attorno a sistemi stellari multipli. Questi pianeti alieni potrebbero essere in futuro osservati con il telescopio di nuova generazione dell’Eso, Extremely Large Telescope (Elt), che dovrebbe vedere la luce entro la fine del decennio.

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