Ritrovati appunti di Einstein mai pubblicati in precedenza

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Ritrovati 110 manoscritti inediti di Einstein. Sono in mostra alla Hebrew University di Gerusalemme, per festeggiare l’anniversario dei 140 anni dalla nascita del grande fisico. 110 pagine manoscritte, di cui fa parte un testo misterioso, di cui fino ad oggi si erano perse le tracce.

MANCA solo qualche giorno a un anniversario particolarmente importante nel mondo della scienza: il 14 marzo di quest’anno infatti si festeggiano i 140 anni dalla nascita di Albert Einstein. Con l’occasione, alla Hebrew University di Gerusalemme, sede della più ampia collezione di documenti originali del grande fisico tedesco, hanno deciso di farsi un regalo molto speciale: 110 pagine di lettere e manoscritti originali di Einstein. Una ricchissima documentazione nascosta fino ad oggi in una collezione privata, all’interno della quale, annunciano i curatori dell’archivio, si trova anche la soluzione di un piccolo mistero che ossessionava gli studiosi del lavoro di Einstein ormai da decenni.

I dubbi del genio: in mostra gli inediti di Einstein

Studi scientifici e appunti personali si intrecciano nelle 110 pagine manoscritte di Albert Einstein. Formule matematiche e timori sull’ascesa del nazismo in Europa, riflessioni sulla vita, la morte e la religione. Un tesoro svelato per la prima volta dall’Università ebraica di Gerusalemme in occasione del 140esimo anniversario della nascita del fisico e filosofo tedesco.

La collezione apparteneva in precedenza a Gary Berger, un medico americano ossessionato dalla figura di Einstein, ed è stata acquistata grazie a una sostanziosa donazione giunta dalla Crown-Goodman Foundation di Chicago. Tra le 110 pagine, tutte vergate di suo pugno dal fisico nell’arco di diversi decenni, si trova un po’ di tutto. Appunti e calcoli indirizzati ad allievi e colleghi. Lettere personali, come quella inviata al figlio Hans Albert nel 1935 in cui si vedono le preoccupazioni (rivelatesi purtroppo profetiche) di Einstein per l’avanzata del nazismo: “Persino in Germania le cose inizia lentamente a cambiare – scriveva il fisico a pochi anni dall’inizio della conflitto mondiale – Speriamo solamente che non arrivi prima una nuova guerra in Europa”.

Ma il pezzo forte, come dicevamo, è un altro: una pagina proveniente da un’appendice a un articolo scritto da Einstein nel 1930 nel tentativo di formulare la “teoria del campo unificato“, con cui sperava di superare l’allora nascente fisica quantistica. Un campo  che, con le sue stranezze, Einstein non riuscì mai a digerire, tanto da dedicare gli ultimi 30 anni della sua carriera alla ricerca di un’alternativa.

L’appendice in questione era già nota alla comunità scientifica, ma la versione originale del testo era scomparsa ormai da tempo. “A tutte le copie che avevamo a disposizione mancava però una pagina, e questo era un bel problema – ha raccontato Hanoch Gutfreund, consigliere scientifico dell’archivio Einstein della Hebrew University durante l’annuncio della nuova acquisizione – si trattava insomma di una specie di puzzle. Immaginate la gioia e la sorpresa quando ce la siamo trovata finalmente tra le mani, nascosta in mezzo alle carte arrivate con l’ultima acquisizione”.

Come tutto il resto delle carte appena acquistate, anche la pagina mancante sarà ora resa disponibile alla comunità scientifica in versione digitalizzata. E chissà che non riveli qualche nuovo particolare sui tentativi con cui Einstein stava cercando la sua sfuggente “teoria del tutto“, come spesso viene chiamata oggi la (tutt’ora mancante) teoria che dovrebbe unificare la relatività generale con le teorie della quantistica.

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