Nei licei turchi non si insegnerà più la teoria dell’evoluzionismo di Darwin. A partire dal 2019, la sezione “Origine della vita ed evoluzione” verrà rimossa dal curriculum di biologia perché giudicata “controversa”. A darne notizia è il quotidiano turco Hurriyet, in riferimento alla bozza dei nuovi curricula scolastici elaborata dal ministero dell’Educazione di Ankara. Un nuovo capitolo che si aggiunge alla continua contrapposizione che divide il Paese: quella tra religione e secolarismo.
L’annuncio è arrivato durante un seminario tenuto da Alpaslan Durmus, a guida dell’ufficio competente del Ministero, e ha già ottenuto il via libera del presidente Recep Tayyip Erdogan. “Abbiamo deciso di escludere argomenti controversi, gli studenti hanno un’età inadatta a comprendere il contesto scientifico della questione – ha detto Durmus – Lo studio di questa sezione sarà rinviata all’università”.
La decisione ha scatenato critiche dall’opposizione e il mondo accademico turco ha chiesto al governo una marcia indietro, sottolinenado come l’evoluzionismo sia escluso dai libri di testo solo in Arabia Saudita, dove i programmi didattici sono fortemente condizionati dai precetti religiosi.
Non è la prima volta che accade: sotto l’AKP, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo guidato da Erdogan, il problema di Darwin nel paese è emerso più volte. Nel 2009, per esempio, venne bloccata una pubblicazione del Tubitak, il Consiglio di ricerca scientifica e tecnologica, perché all’interno vi erano 15 pagine dedicate ai 200 anni dalla nascita del biologo inglese. E Ancora, nel 2013, venne bloccata l’uscita di un libro del Tubitak dedicato sempre alla teoria dell’evoluzione della specie.
La strategia di Ankara per formare una “gioventù religiosa”, come più volte auspicato da Erdogan, però non si ferma alle mura scolastiche. Recentemente un nuova campagna è stata lanciata dal ministero della Gioventù e dello Sport contro i videogiochi ritenuti “islamofobi”. Si tratta di una ‘lista nera’ che include alcuni dei titoli più famosi e venduti al mondo, come Call of Duty, Tekken, Guitar Hero o Resident Evil, e tramite un sito creato appositamente si invitano gli utenti a segnalare altri videogiochi che offendono l’Islam.
A finire nel mirino è stato anche lo storico PacMan, accusato da alcuni funzionari di basarsi sull’idea subliminale di cacciare “donne musulmane velate”. Secondo loro i fantasmini del videogiocho rappresenterebbero delle “vergini da attaccare”.
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