Misteriose eliche evanescenti nel DNA umano

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Mappati gli enigmatici nodi del Dna. Sono 50mila, potrebbero avere un ruolo contro tumori e infezioni.

Mappati alcuni dei misteriosi ‘nodi’ che compaiono lungo il filamento a doppia elica del Dna umano: si tratta dei cosiddetti i-motifs, punti in cui il Dna perde la sua classica struttura e si attorciglia provvisoriamente e che potrebbero avere un ruolo fondamentale in alcune patologie e per nuovi farmaci antitumorali e antivirali.

A coordinare il lavoro pubblicato sull’Embo  Journal è stato Daniel Christ, dell’Istituto Garvan in Australia, con il contributo di Sara Richter, Irene Zanin e Emanuela Ruggiero, dell’Università di Padova.

 Rappresentazione artistica della doppia elica del Dna (fonte: Pixabay)
 Rappresentazione artistica della doppia elica del Dna (fonte: Pixabay)

“Sappiamo da alcuni anni che il Dna non esiste solo nella sua forma di doppia elica, quella che possiamo definire canonica”, ha detto all’ANSA l’italiana Ruggiero. “In alcuni momenti – ha aggiunto – il Dna può assumere strutture di vario tipo e alcune di queste, molto interessanti, sono quelle cosiddette quaternarie poiché sono una sorta di nodi formati da 4 filamenti, i g-quadruplex e gli i-motifs”.

Sono simili a nodi che compaiono in fasi ben precise dell’attività cellulare, ad esempio nella replicazione, e poi svaniscono rapidamente, e finora erano quasi impossibili da studiare.

Una svolta è arrivata nel 2018 quando proprio i ricercatori australiani hanno messo a punto una molecola capace di riconoscere e legarsi a questi nodi, una sorta di targhetta evidenziata per poterli studiare.

Rappresentazione grafica di uno dei nodi del Dna (fonte: Garvan Institute)
Rappresentazione grafica di uno dei nodi del Dna (fonte: Garvan Institute)

“Ma siamo ancora alle primissime fasi di studio – ha sottolineato Ruggiero – e al momento il grosso del lavoro è soprattutto identificare e studiare tutte queste strutture che molto probabilmente hanno un ruolo importante nell’attività cellulare e anche in molte patologie, sia nelle cellule tumorali che in caso di infezioni da parte di virus che attivano ad esempio la propria replicazione sulla sequenza di Dna”. 

Il nuovo studio aiuta proprio in questa direzione: una mappa dei circa 50mila nodi di tipo i-motifs che possono prodursi nelle cellule umane e su cui in futuro si lavorerà per identificare nuovi farmaci e terapie.

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