Allo squalo piacciono le alghe: individuata specie onnivora. Nella dieta dello squalo martello più alghe che pesce. Gli scienziati: “Ora dovremo riconsiderare molti fattori”.
ALTRO che squalo narrato dai film di fantascienza come un sanguinario predatore: il “martello”, in realtà, preferisce di gran lunga le alghe alla carne. Per la prima volta, secondo un team di scienziati dell’Università della California e della Florida International University di Miami, è stata infatti accertata una varietà di squali definita come “totalmente onnivora”. Ha una dieta a base sia di vegetali che di piccoli pesci o calamari ma, scoperta ottenuta grazie a diversi studi ed esperimenti, fra i due cibi preferisce nutrirsi di alghe di cui assorbe i nutrienti.
Lo studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, analizza le caratteristiche dello squalo martello Bonnethead (Sphyrna tiburo), abbastanza piccolo e comune nelle acque costiere degli Stati Uniti e nell’Oceano Pacifico.
Per molto tempo i biologi avevano ipotizzato non solo che la stragrande maggioranza di squali fosse carnivora, ma anche che quelli osservati a nutrirsi di alghe lo facessero quasi per errore. Nello stomaco di questi squali sono stati trovati resti per il 62% di piante acquatiche ma gli scienziati credevano che quella percentuale fosse il frutto delle alghe ingerite durante la caccia a granchi, calamari e altri invertebrati. In sostanza non pensavano che lo squalo fosse dotato di un apparato in grado di digerire le alghe e assorbirne i nutrienti come forma di sostentamento.
“Pensavamo fosse un errore, che le consumasse in modo accidentale e non ci fosse alcun valore nutrizionale nella ingestione di alghe” ha spiegato Samantha Leigh dell’Università della California, fra gli autori dello studio. Il suo scopo, nella ricerca, era quello di capire se gli squali fossero in grado di “trattenere realmente i nutrienti vegetali” durante la fase di digestione.
Così i ricercatori hanno ricreato in laboratorio un acquario con alghe marine della Florida Bay: hanno “tracciato” le alghe attraverso un isotopo di carbonio in modo poi da poter analizzare, attraverso una serie di test da esami del sangue ad analisi dei tessuti, se cinque squali martello sottoposti per tre settimane all’esperimento avessero effettivamente scelto e assorbito i nutrienti delle alghe.
Il risultato ottenuto è che gli animali avevano una dieta composta per il 90% da alghe marine e il 10% da calamari. Gli esami del sangue hanno confermato che le sostanze nutritive delle alghe erano state effettivamente assorbite dagli squali. Questo, spiegano, perché grazie a enzimi in grado di distruggere componenti difficili delle piante come l’amido e la cellulosa, possono digerire con successo anche i vegetali marini.
Secondo successive elaborazioni i biologi hanno stabilito che il 60% della dieta dei Bonnethead è composta da alghe marine mentre solo il 40% da pesci calamari e altre prede. Di fatto, tutta un’altra immagine rispetto a quella dello squalo sanguinario: questa specie è infatti più vegetariana che carnivora.
“Questa è la prima specie di squalo che mostra una strategia digestiva onnivora – continua la ricercatrice – e ora si dovrebbe dare un’occhiata più da vicino a ciò che gli animali consumano, digeriscono ed espellono nei loro ambienti in tutto il mondo, perché questo incide sugli habitat in cui vive l’uomo”.
I risultati dello studio spingono ora gli scienziati a riconsiderare il ruolo che gli squali Bonnethead svolgono nei loro habitat locali: se questi sono in cima alla catena alimentare locale è implicito il ruolo fondamentale delle alghe negli equilibri dell’ecosistema. Alghe che non solo sono casa di migliaia di pesci e invertebrati ma che svolgono il delicatissimo ruolo di filtrare l’acqua e assorbire anidride carbonica. Per conservare e tutelare entrambi, sia squali che piante marine, conclude Leigh, “adesso dovremmo completamente rivalutare il ruolo degli squali considerando i loro stato di onnivori”.
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