Violate comunicazioni diplomatiche UE . Messaggi intercettati per anni. Gli hacker sono riusciti a infiltrare i sistemi di comunicazione e avere accesso a tutti i messaggi riservati. Migliaia di commenti su Trump, Cina e Russia.
Una clamorosa operazione di spionaggio che avrebbe permesso ai pirati informatici di leggere tutte le comunicazioni riservate dei diplomatici dell’Unione Europea per almeno tre anni.
È questa la rivelazione fatta dal New York Times che cita come fonte la società di sicurezza Area 1, che ha individuato l’attività sospetta e messo le mani sul database che contiene i messaggi sottratti dagli hacker.
Stando a quanto riporta il NYT, infatti, la tecnica adottata per esfiltrare i dati dai sistemi UE era piuttosto semplice: i messaggi venivano copiati e postati su un sito pubblico. Uno stratagemma, questo, usato già in passato da gruppi collegati all’Esercito Popolare di Liberazione cinese.
Proprio la Cina, secondo i colleghi del New York Times, sarebbe il mandante di questa operazione di spionaggio che avrebbe permesso di ficcare il naso nelle delicate relazioni diplomatiche tra Unione Europea e il resto delle grandi potenze.
Gli estratti dai documenti rintracciati mostrano uno spaccato piuttosto “colorito” degli scambi tra i diplomatici, che spesso e volentieri citano spezzoni di conversazioni riservate e commenti sopra le righe.
Si scopre così, per esempio, che il presidente Xi Jinping ha definito l’atteggiamento di Donald Trump come un tentativo di “bullizzare Pechino come in un incontro di boxe senza regole”.
Gli oltre mille messaggi riservati comprendono valutazioni sugli equilibri internazionali, discussioni sulle strategie da tenere e i report di incontri riservati tenuti con i rappresentanti di mezzo mondo.
Non si tratta, in ogni caso, di comunicazioni “top secret”. Secondo gli autori dell’articolo, le comunicazioni più riservate vengono trasmesse su canali diversi (e meglio protetti) a cui gli hacker non hanno avuto accesso.
Lo stesso gruppo di hacker avrebbe colpito anche le Nazioni Unite, ma in questo caso le comunicazioni raccolte risalgono prevalentemente al 2016 e riguardano quasi tutte il Trans Pacific Partnership, il trattato di libero scambio tra USA e paesi del Pacifico che escludeva la Cina.
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