Che cosa sono i Campi Flegrei? Le recenti scosse di terremoto hanno riportato l’attenzione degli scienziati sui Campi Flegrei. Che cosa c’è in quest’area? Perché si chiama così? Che rischi ci sono?
I Campi Flegrei sono un’area vulcanica attiva che si trova in Campania, nel golfo di Pozzuoli e che include (completamente o in parte) i comuni di Bacoli, Giugliano, Monte di Procida, Napoli, Pozzuoli e Quarto. Il nome Campi Flegrei deriva dal greco, sta per “campi ardenti, in fiamme” e dà l’idea di come questa zona sia stata caratterizzata fin dall’antichità da attività vulcanica.
A differenza del Vesuvio, spiegano all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, i Campi Flegrei non sono un unico vulcano, ma un campo vulcanico, attivo da oltre 80mila anni, formato da diversi centri vulcanici distribuiti su un’area depressa chiamata caldera: quest’ultima si è formata a seguito di (almeno) due grandi eruzioni del passato, l’Ignimbrite Campana (40.000 anni fa) e il Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni fa) che hanno “svuotato” il serbatoio magmatico e fatto collassare il tetto.
La “storia” dei Campi Flegrei
La prima (in rosso, nella mappa sopra) è considerata, a oggi, l’eruzione a più elevata energia che sia mai avvenuta nel Mediterraneo, che influenzò il clima probabilmente a livello planetario. La seconda (in giallo) invece fu seguita da periodo di intensa attività, con 27 eruzioni negli ultimi 5.500 anni: l’ultima, nel 1538, ha creato il cono di tufo noto come Monte Nuovo.
I Campi Flegrei sono soggetti al fenomeno del bradisismo, la lenta deformazione del suolo (sollevamento e subsidenza) di cui si ha notizia, in questa zona, dal IV secolo d.C. Negli anni 70 e 80 del Novecento l’area flegrea è stata interessata a movimenti che nel centro abitato di Pozzuoli hanno provocato un sollevamento totale massimo di circa 3,5 metri. Seguì un periodo di subsidenza, interrotto a partire dal 2005 da una nuova tendenza al sollevamento del suolo, al momento ancora in atto.
Com’è al momento la situazione nei Campi Flegrei
Dal 1° al 18 agosto 2023 la rete di rilevamento dell’INGV ha registrato nei Campi Flegrei 72 scosse di cui 64 tra Magnitudo 1,0 e 2,0, e due di magnitudo 3,6 e 3,1 (percepite da gran parte della popolazione, il 18 agosto).
Nel mese di luglio 2023 (a cui si riferisce il grafico sopra), erano stati registrati 206 terremoti con una Magnitudo massima pari a 1,9 (±0,3). Di questi eventi 6 (circa il 2,9% del totale) hanno avuto una magnitudo compresa tra 1,0 e 1,9 e 200 (circa il 97.1% del totale) hanno avuto una Magnitudo minore di 1,0 o non determinabile.
Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo, infine, confermano una geometria radiale del sollevamento, centrato nell’area di Pozzuoli, con una velocità massima di circa 1,5 cm al mese. Dalla fine di maggio 2023 si registra una riduzione della velocità del sollevamento.
Allo stato attuale, sulla base dei dati forniti dalla rete di monitoraggio dell’INGV, il livello di allerta dei Campi Flegrei è giallo.
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